26/08/2019, 08.33
HONG KONG - CINA
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Per la prima volta la polizia spara sulle proteste di Hong Kong

di Paul Wang

Tre poliziotti hanno estratto le pistole e uno di loro ha sparato un colpo in aria, essendo circondati da manifestanti armati di bastoni. Gli scontri di ieri hanno fatto decine di feriti, fra poliziotti e dimostranti; 36 arresti, fra cui un ragazzo di 12 anni. I parenti dei poliziotti domandano un’inchiesta indipendente sull’uso eccessivo della forza da parte della polizia.

Hong Kong (AsiaNews) – Per la prima volta, dopo 12 settimane di proteste, ieri un poliziotto ha sparato un colpo di pistola durante uno scontro con dimostranti a Tsuen Wan. Tre poliziotti, circondati e picchiati da un gruppo armato di bastoni, hanno estratto le loro pistole e uno di loro ha sparato un colpo in aria. Nessuno è stato ferito dallo sparo, ma gli scontri hanno portato al ferimento di 15 poliziotti e 22 manifestanti, dei quali uno in modo grave, e all’arresto di 36 persone, fra cui un ragazzo di 12 anni.

Stamane, la sovrintendente Yolanda Yu Hoi-kwan ha condannato “l’estrema violenza” dei “rivoltosi” nella città e ha definito l’uso delle pistole “necessario e ragionevole”.

Tutto è cominciato ieri in tarda mattinata. La polizia aveva approvato una marcia anti-estradizione dal campo sportivo di Kwai Chung al parco di Tsuen Wan, nel nord del territorio. Pur sotto la pioggia battente, migliaia di persone si sono radunati. Ma non appena la marcia è partita, alcuni dimostranti sono usciti dal percorso assegnato e hanno approntato barricate, scontrandosi con la polizia, lanciando mattoni e bottiglie molotov. In seguito hanno vandalizzato alcuni negozi per poi scontrarsi ancora con le forze dell’ordine, fino a quando non è partito il colpo di pistola.

Ieri per la prima volta sono stati anche usati i cannoni ad acqua piazzati su camionette importate dalla Francia, capaci di lanciare ad alta pressione 1200 litri di acqua al minuto, da una distanza di 50 metri.

Le violenze di ieri e della sera precedente appaiono come un ritorno agli scontri aspri che hanno

caratterizzato alcune frange del movimento anti-estradizione in queste 12 settimane. Per tutta la settimana scorsa le manifestazioni erano state totalmente pacifiche.

Ieri vi è stata un’altra significativa manifestazione: diverse centinaia di persone, che si definiscono “parenti di poliziotti”, si sono radunati a Edinburgh Place in Central, chiedendo al governo un’inchiesta indipendente sull’uso eccessivo della forza da parte della polizia. Essi chiedono al governo di risolvere la crisi con mezzi politici e non di basarsi solo sull’operato delle forze dell’ordine.

L’inchiesta indipendente è una delle domande urgenti dei manifestanti anti-estradizione, che il governo non vuole soddisfare.

L’associazione della polizia e il suo sindacato ha messo in guardia i loro familiari dall’unirsi alla manifestazione perché, essi dicono, fra di loro vi sono membri anti-governativi.

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