15/06/2016, 11.03
CAMBOGIA
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Phnom Penh, solo il dialogo governo-opposizione “può fermare il circuito di violenze”

Una fonte di AsiaNews commenta il clima di tensione politica che da settimane si respira in Cambogia. Il primo ministro Hun Sen ha ordinato un giro di vite contro l’opposizione: attivisti e manifestanti sono stati arrestati. Uno dei leader dell’opposizione è ricercato. L’unione europea ha minacciato sanzioni “se il clima di dialogo non verrà restaurato”.

 

Phnom Penh (AsiaNews) – L’importante “è che in Cambogia permanga un dialogo politico, in modo che una parte curi l’altra e il dibattito cresca insieme alla consapevolezza dei cittadini”. Lo afferma una fonte cattolica di AsiaNews commentando i recenti sviluppi della situazione politica nel Paese, che nelle ultime settimane vive un clima di grande tensione. Il Cambodian People’s Party (Cpp), che con il proprio leader Hun Sen governa il Paese da 30 anni, ha inasprito le violenze e arrestato aclcuni membri del Cambodia National rescue Party (Cnrp), principale partito d’opposizione.

Ieri la corte municipale di Phom Penh ha condannato a sette anni di prigione tre attivisti del Cnrp, colpevoli di aver partecipato due anni fa a proteste post-elettorali, poi degenerate in violenza. La sentenza è arrivata in un momento in cui lo stesso vice-presidente del Cnrp, Kem Sokha, è coinvolto in uno scandalo a sfondo sessuale.

Il governo ha aperto un processo per favoreggiamento della prostituzione contro il politico, ma egli si è sempre rifiutato di presentarsi in aula. Il 26 maggio scorso, agenti di sicurezza hanno compiuto un raid nel quartier generale del Cnrp nella speranza di arrestare Sokha. “Il blitz non è andato bene – fa sapere la fonte – perché era presente solo la moglie del politico. I poliziotti hanno fatto un buco nell’acqua, non hanno la situazione sotto controllo come vogliono fare credere”.

Da settimane alcune decine di persone protestano davanti alla prigione di Prey Sar a Phnom Penh. Il movimento del “lunedì nero” chiede la liberazione di cinque attivisti per i diritti umani (i “Kem Sokha Five”) arrestati dal governo nel corso delle indagini sul caso Sokha (v. foto). Il 26 maggio scorso la polizia ha arrestato sette manifestanti.

Secondo la fonte, “è chiaro che il giro di vite contro l’opposizione ha una ragione politica più che legale. A partire dalle elezioni del 2013, il Cpp ha cominciato ad avere paura di perdere il potere”. In quell’occasione l’opposizione ha ottenuto un risultato straordinario: il 44% dei voti, che gli sono valsi 55 deputati in parlamento contro i 68 del Cpp. “Per la prima volta nella storia della Cambogia – continua la fonte – è possibile che le prossime votazioni [amministrative nel 2017, generali nel 2018 ndr] volgano a favore dell’opposizione”. Vincere alle comunali, spiega, “è molto importante perché significa controllare le liste di chi ha diritto al voto, e quindi garantirsi la vittoria alle generali. Nei comuni di campagna le liste vengono manipolate per danneggiare l’opposizione”.

Il 9 giugno scorso il Parlamento europeo ha rivolto un appello Phnom Penh affinché liberi i Kem Sokha Five e restauri “la cultura del dialogo” nel Paese, pena la perdita dei milioni di euro di aiuti versati ogni anno nelle casse cambogiane. In un discorso all’Università reale di Phnom Penh, Hun Sen ha respinto gli avvertimenti di Bruxelles, affermando che gli aiuti europei servono alle ong più che al governo: “La Cina invece – ha aggiunto – non ci ha mai minacciato così. La Cambogia ha la propria indipendenza politica. Pechino non ci ha mai detto di fare questo o quello”.

Per fermare l’escalation di violenze, afferma la fonte, “non è auspicabile l’opposizione al governo. Anche se il Cnrp vincesse, non potrebbe fare molto meglio dell’attuale amministrazione. Gli interessi in gioco sono talmente enormi che quando sali al potere è inevitabile cambiare pelle”. Quello che deve rimanere “è una dialettica politica, in modo che ciascuno tenga a bada l’altro e nessuno possa fare il bello e il cattivo tempo. Il popolo cambogiano deve essere educato alla partecipazione politica. Il potere ora si esprime solo come forza militare ed economica, non dialettica. Il potere o è assoluto o non è”.

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