09/10/2006, 00.00
COREA DEL NORD
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Prime condanne all'annuncio del test nucleare di Pyongyang

Stati Uniti, Corea del Sud ed Australia registrano attività sismica nell'area interessata. Se confermato, l'esperimento è la prova che il regime stalinista possiede una bomba nucleare funzionante. Dura condanna di Pechino, Seoul, Tokyo e Washington, mentre crollano le Borse asiatiche.

Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Prime reazioni negative ne mondo all'annuncio dato stamattina dalla Corea del Nord di aver condotto con successo il suo primo test su un'arma nucleare. Se confermato, l'esperimento è la prova che il regime stalinista possiede una bomba nucleare funzionante.

Secondo l'Agenzia centrale di informazione coreana – Kcna, unico organo di stampa ammesso nel regime guidato dal Kim Jong-il – il test è stato condotto sotto terra alle 10.30 del mattino (ora locale). Esso "è stato effettuato al 100 % con tecnologia locale ed ha contribuito alla gioia del popolo e dell'esercito coreano".

Il test sarebbe stato effettuato a Hwaderi, vicino alla città costiera di Kilju. L'Istituto nazionale di geofisica americano ha "localizzato un'attività sismica" di magnitudo 4,2 gradi Richter a circa 385 chilometri da Pyongyang, sotto il livello del mare: i servizi di intelligence sudcoreani hanno registrato invece una scossa di magnitudo 3,58 gradi Richter in un'area più distante dalla capitale. Analoga conferma è giunta da un centro sismologico in Australia.

Nel comunicato che annuncia il test, la Kcna sottolinea che non è stata registrata alcuna perdita di radioattività ed aggiunge: "Il test nucleare contribuirà al mantenimento della pace e alla stabilità nella penisola coreana e nella regione circostante".

Immediata la reazione di Corea del Sud, Cina, Giappone e Stati Uniti. Il presidente sudcoreano Roh Moo-Hyun ha convocato una riunione urgente con i suoi consiglieri privati, mentre il ministero cinese degli Esteri ha detto che la Cina "si oppone con risolutezza al test nucleare di Pyongyang e spera che la Corea del Nord torni ai negoziati a sei nazioni".

In un comunicato diffuso dal dicastero si legge che "migliorare la stabilità dell'Asia nordorientale è nell'interesse di tutte le parti. La Corea del Nord ha ignorato le inquietudini della comunità internazionale, procedendo in modo vergognoso al test nucleare".

In conclusione, Pechino "chiede espressamente" al regime stalinista di "tenere fede ai suoi impegni per una penisola coreana denuclearizzata, di mettere fine a tutte le iniziative che potrebbero deteriorare la situazione e di riprendere il cammino verso i negoziati a sei nazioni. Chiediamo a tutte le parti interessate a dare dimostrazione di calma e a ricercare il dialogo per permettere una soluzione pacifica della questione".

Il neo-primo ministro giapponese Shinzo Abe ha definito il test "un atto imperdonabile", mentre per il suo ministro degli Esteri Taro Aso è "possibile" una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro il regime di Pyongyang.

Abe è arrivato in tarda mattinata a Seoul dove nel pomeriggio sarà ricevuto dal presidente Roh. Il vertice diplomatico tra Giappone e Corea del Sud – il primo da un anno a questa parte - sarà inevitabilmente incentrato sui passi da compiere per gestire l'emergenza nucleare.

Anche gli Stati Uniti si sono uniti al coro di condanne. Il portavoce della Casa Bianca Tony Snow ha rilasciato una dichiarazione in cui si sottolinea che "un test nucleare nordcoreano potrebbe costituire un atto provocatorio contro la posizione della comunità internazionale e la nostra richiesta di moderazione rispetto ad azioni che potrebbero aggravare le tensioni nell'Asia nord-orientale".

Subito dopo l'annuncio sono crollate le Borse asiatiche. Poco prima della chiusura, Seoul registrava un calo generale pari al - 2,61 %, Hong Kong a – 2,23 % e Singapore - 0,76 %. Analisti economici sottolineano che "data l'insicurezza dell'area" sono a rischio "il 70 % degli investimenti esteri in Cina, Corea e Giappone".

Il regime di Pyongyang aveva già sconvolto la comunità internazionale lo scorso luglio con un improvviso esperimento missilistico che aveva visto il lancio di sei missili a media gittata e uno intercontinentale. Subito dopo il lancio, le Nazioni Unite avevano concordato delle sanzioni contro Pyongyang ed avevano invitato i leader del regime a tornare "con urgenza" al tavolo del disarmo nucleare.

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