24/08/2011, 00.00
CINA
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Proteste e pestaggi a Guangzhou e Nanchang: storie di quotidiana ingiustizia

A Guangzhou in centinaia protestano in piazza per chiedere indagini contro un corrotto capo del Partito comunista locale. A Nanchang ignoti pestano a sangue i parenti di un paziente morto che chiedono spiegazioni: in centinaia arrivano a sostenerli e scoppiano scontri nell’ospedale.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Centinaia di persone hanno protestato ieri di fronte al municipio di Guangzhou, innalzando striscioni e indossando camice bianche (nella foto), con accuse di peculato contro Li Zhilang, segretario del Partito comunista (Pcc) del villaggio di Wanggang (distretto di Baiyun a Guangzhou). A Nanchang ignoti vestiti da poliziotti pestano i parenti di un paziente morto che chiedono spiegazioni.

Li è accusato di essersi appropriato di oltre 400 milioni di yuan, di avere preso altri 850mila yuan dalle cooperative di Wanggang e di essere “intervenuto” nelle elezioni politiche locali.

La protesta mira ad ottenere l’attenzione dei media, impegnati a seguire la cerimonia di chiusura delle Universiadi a Shenzhen, sperando di suscitare indagini sulla denunciata corruzione di Li. La polizia è subito intervenuta per sequestrare gli striscioni e sciogliere l’assembramento, portando anche via almeno 2 dimostranti. Ma altre centinaia di persone hanno svolto identica protesta bloccando la strada statale n. 106 vicino a Wanggang.

Analisti spiegano che la pacifica protesta è segno del malessere diffuso nella società cinese, dove i cittadini non hanno tutela contro gli abusi delle autorità locali, non potendosi rivolgere né alla magistratura che è organo del Pcc, né alle autorità superiori che spesso non considerano denunce e petizioni. Per cui, come ultima possibilità, svolgono proteste pubbliche sperando che il clamore mediatico spinga le autorità superiori ad accertare i fatti di corruzione e a fare giustizia.

Sempre ieri, circa 200 persone armate di bastoni e spranghe di ferro hanno invaso il Primo Ospedale di Nanchang, capitale dello Jiangxi, chiedendo spiegazioni per la morte di un paziente in sala operatoria. Il gruppo si è scontrato con oltre 100 persone pure armate di bastoni e spranghe. Lo scontro è cessato all’arrivo della polizia in forze.

Secondo un sito web, in precedenza persone non identificate, alcune con indosso giubbotti ed elmi della polizia, avevano pestato i parenti e gli amici del paziente, che chiedevano spiegazioni, e avevano fracassato i loro veicoli.

E’ almeno la seconda grave violenza che avviene a Nanchang, dopo che a fine giugno nel First Affiliated Hospital, un gruppo di persone non identificate ha pestato a sangue i parenti di un paziente venuti a chiedere spiegazioni, uccidendone 2 e ferendone altri 4.

Secondo uno studio del 2011, nel 2009 in Cina ci sono state almeno 90mila proteste di massa, ma molti ritengono il dato sottostimato. Il governo non ha più divulgato i dati ufficiali, dopo le 80mila proteste di massa del 2007 ammesse dalla Accademia Cinese per le Scienze Sociali.
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