18/04/2011, 00.00
COREA DEL NORD
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Pyongyang, i “principini” del regime mettono a rischio la dittatura di Kim

di Joseph Yun Li-sun
Capitanati dai due figli più giovani di Kim Jong-il, i “nipotini” della Rivoluzione commerciano in droga e farmaci illegali e usano i fondi di Stato per giocare d’azzardo a Macao o guardare concerti rock a Singapore. Il “Caro Leader” non li sopporta ma deve subirli, dato che il suo erede è uno di loro.
Seoul (AsiaNews) - Non soltanto propaganda: Kim Jong-un, terzogenito ed erede del dittatore nordcoreano Kim Jong-il, sta cercando di rivoluzionare il sistema di potere all’interno del regime di Pyongyang. Dopo averli combattuti per anni, infatti, sembra che i “principini” del Paese stiano rubando sempre più potere all’establishment della dittatura: si tratta dei nipoti 30enni di coloro che hanno combattuto durante la Rivoluzione coreana di Kim Il-sung.

I due figli del dittatore, Jong-un e Jong-chol, guidano la nuova rivoluzione. Entrambi amano la musica occidentale e il gioco d’azzardo, e usano con disinvoltura i fondi statali per costosissimi viaggi fra Singapore e Macao per giocare d’azzardo e assistere ai concerti delle rock star americane. Grande scandalo, a febbraio, per i dieci giorni singaporesi di Jong-chol: circa 100mila dollari americani spesi per assistere all’esibizione di Eric Clapton e giocare al casinò.

Una fonte ufficiale della Corea del Sud spiega: “I due figli del dittatore hanno creato un gruppo noto come Ponghwajo, i ‘principini’ del regime, con cui scorrazzano non soltanto in Corea del Nord ma anche a Macao, Singapore e Malaysia”. I “principini” non vanno confusi con i loro omonimi cinesi: non si tratta dei figli dei rivoluzionari che hanno seguito le prime orme di Kim Il-sung (o, nel caso cinese, di Mao), ma dei loro nipoti.

I figli, che adesso hanno tra i 40 e i 50 anni, formano lo zoccolo duro del governo fedele a Kim Jong-il e sono profondamente avversi ai loro stessi figli, che non hanno subito il rigore dei primi anni della dittatura e usano con disprezzo tutto l’usabile. Inoltre, spiega ancora la fonte, “commerciano in droga e in farmaci illegali, che radunano durante i loro viaggi all’estero e fanno entrare nel Paese grazie ai loro contatti”.

L’attuale dittatore non li sopporta. Pur avendo speso 10mila dollari la scorsa settimana per mandare da un veterinario in Francia il proprio cagnolino, infatti, Kim Jong-il continua a predicare la necessità di un atteggiamento sobrio da parte dei suoi funzionari. Il suo primogenito, Kim Jong-nam, è stato condannato all’esilio per essersi recato di straforo a Disneyland Tokyo.

Non si tratta di una questione di “colore” locale: gli analisti americani e sudcoreani seguono infatti con estrema attenzione questa avanzata giovanile convinti, non a torto, che la popolazione potrebbe sollevarsi per contrastare i dissoluti “nipotini della Rivoluzione” e rovesciare la dittatura. 

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