05/03/2012, 00.00
FILIPPINE
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Quaresima, la Chiesa filippina per le vittime dei disastri naturali

di David Viehland
All’insegna del motto “Gestione responsabile è apostolato”, mons. Tagle lancia raccolte fondi da devolvere alle popolazioni colpite dai tifoni Washi e Ketsana. Caritas Manila ha già inviato sei milioni di pesos in aiuti e tre camion con cibo e beni di prima necessità. Per mons. Ledesma prioritario garantire alloggi permanenti agli sfollati.

Manila (AsiaNews) - All'insegna del motto "La gestione responsabile è apostolato", l'arcidiocesi di Manila ha lanciato per il tempo di Quaresima una raccolta fondi da utilizzare per le emergenze e le calamità naturali che colpiscono il Paese. A darne l'annuncio è mons. Luis Antonio Tagle, nella recente lettera ai fedeli intitolata Alay Kapwa 2012 (Offerta ai vicini, ndr), in cui invita i cattolici a sostenere l'evangelizzazione nel periodo quaresimale e le iniziative di carità, che riguardano anche ulteriori collette alle messe domenicali nel periodo di digiuno e penitenza cristiano, iniziato il 26 febbraio e che si concluderà il primo aprile. In particolare, le offerte saranno destinate alle vittime del tifone Washi che, nel dicembre scorso, si è abbattuto su Cagayan de Oro e Iligan (a Mindanao, nel Sud delle Filippine) e del tifone Ketsana a Luzon, nel nord, nel 2009.

Lo scorso 17 dicembre la tempesta tropicale Washi si è abbattuta sulle Filippine meridionali, causando almeno mille morti e molti dispersi. I danni alle infrastrutture e all'agricoltura, spiegano dall'Autorità per lo sviluppo di Mindanao, ammontano a 1,45 miliardi di pesos (circa 34 milioni di dollari).

All'inizio della Quaresima, Caritas Manila ha inviato 6 milioni di pesos in aiuti, insieme a tre camion carichi di cibo e beni di prima necessità che verranno consegnati alle diocesi interessate dal cataclisma. Nell'omelia tenuta in occasione dei festeggiamenti per il trentennale dell'ordinazione sacerdotale, mons. Tagle ha rinnovato l'appello chiedendo ai fedeli di contribuire alla Alay Kapwa 2012, con nuove donazioni. Il prelato ha inoltre ricordato alla comunità cristiana di praticare la carità e di contribuire ai bisogni di quanti sono vicini, perché questo gesto "definisce il nostro essere fedeli servitori di Cristo", mentre le vittime devono affrontare la sfida di "ricostruire comunità all'insegna della speranza".

Per quanto concerne la situazione a Cagayan de Oro, l'arcivescovo locale spiega ad AsiaNews che le prime quattro settimane sono servite per l'assistenza immediata alle vittime e alle opere di evacuazione, che hanno interessato "fino a 6mila famiglie". Mons. Antonio Ledesma aggiunge che adesso l'idea è di creare case permanenti per gli sfollati: il governo ha fornito nove ettari, in cui sorgeranno 900/1000 abitazioni, altri cinque ettari provengono dalla Xavier University, e serviranno per circa 500 case. "Ecco, abbiamo bisogno di altri terreni - precisa mons. Ledesma - per altre 8.500 abitazioni" e conferma di sostenere con forza la politica governativa dei "prestiti a fondo perduto", per una situazione di emergenza che resta "il principale obiettivo" dell'arcidiocesi per il 2012.

Tuttavia, restano i contrasti con l'amministrazione locale cittadina e, in particolare, con il sindaco Vincente Emano tacciato di "inerzia". I cittadini accusano inoltre il primo cittadino di Cagayan de Oro di non aver saputo predisporre le misure necessarie per affrontare l'emergenza, dopo i numerosi allerta ricevuti dal governo centrale e dalla Protezione civile dell'imminente catastrofe.

 

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