09/09/2010, 00.00
CINA – STATI UNITI
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Ripartono, fra alti e bassi, i rapporti fra Cina e Stati Uniti

Interrotti bruscamente dopo la vendita di armi a Taiwan e l’incontro fra Obama e il Dalai Lama, ripartono le comunicazioni fra Pechino e Washington. Che devono però chiarirsi sullo yuan, sulle importazioni e sulla ripresa delle manovre militari congiunte. Il presidente Hu Jintato in visita negli Usa a settembre.

Pechino (AsiaNews) – I governi di Cina e Stati Uniti sembrano ben intenzionati a rendere più stabili i rapporti reciproci, sempre più vitali per entrambe le nazioni, ma tormentati da diverse visioni nel campo economico, militare e diplomatico. Taiwan, i dazi commerciali, il protezionismo e la questione valutaria hanno infatti allontanato nell’ultimo anno le due capitali. Che ora riprendono, in maniera alterna, i canali di comunicazione.

Il primo segnale di questo nuovo corso viene dal premier Wen Jiabao che, sostiene una fonte diplomatica cinese, “intende usare l’incontro di fine settembre con il presidente Obama per offrire un vigoroso aumento delle importazioni americane, uno sforzo con cui si spera di aiutare la ripresa economica americana”. L’incontro, che avverrà a porte chiuse, si inserisce in una serie di misure diplomatiche, economiche e militari con cui le due nazioni stanno cercando di rafforzare i rapporti bilaterali.

Una seconda conferma viene dall’incontro, avvenuto ieri a Pechino, fra il presidente cinese Hu Jintao e due dei maggiori consiglieri della Casa Bianca, Tom Donilon e Larry Summers. I tre si sono incontrati dopo 3 giorni di riunioni fra i dirigenti dei due governi, alle quali Hu non ha partecipato. Ma il presidente, in un breve saluto finale, ha dichiarato: “Ho sentito che il colloquio è andato bene. Sono sicuro che la vostra visita aiuterà la comunicazione e il rispetto reciproco. Da quando il presidente Obama è entrato in carica, i rapporti fra Cina e Stati Uniti si sono mantenuti in un buon binario di sviluppo”.

Nessuno dei partecipanti ha voluto chiarire il contenuto dei colloqui, ma le due nazioni hanno molte questioni aperte sul tavolo. Washington continua a spingere per una rivalutazione dello yuan, la moneta nazionale cinese tenuta dal governo a un valore di scambio troppo basso, per rendere il dollaro competitivo nell’industria manifatturiera. Pechino si è sempre rifiutata di compiere questa operazione, che ritiene questione di politica interna, ma ha effettuato alcuni ritocchi valutari apprezzati dagli Usa.

Da parte sua, Pechino si lamenta per l’iper-attività militare americana nei pressi delle coste cinesi. Negli ultimi mesi, infatti, la Marina statunitense ha compiuto una serie di esercitazioni militari congiunte con la Corea del Sud. In risposta è scesa la Marina cinese, che per bocca dell’Esercito di liberazione popolare ha avvertito Washington di non esagerare. La questione del Mar Giallo, conteso da almeno 4 nazioni, è uno dei perni su cui gli Stati Uniti giocano per ottenere il sostegno di Pechino in questioni economiche.

Tuttavia, questo problema sembra essersi risolto, dato che due rappresentanti di entrambi i governi sembrano essersi accordati – alla fine di agosto – per la ripresa delle esercitazioni congiunte fra i due eserciti. La questione sarà comunque discussa nell’ambito dell’attesissimo viaggio di Hu Jintao a Washington, che per adesso è in programma per la metà di gennaio 2011. Le esercitazioni erano state congelate otto mesi fa, dopo che il Congresso Usa aveva approvato un pacchetto di vendita di armi a Taiwan e Obama aveva ricevuto il Dalai Lama.

In effetti, il viaggio di Hu Jintao era rientrato in queste proteste. Previsto per lo scorso autunno, era stato bloccato e rimandato a data da destinarsi, un modo con cui spesso Pechino esprime la propria rabbia contro i Paesi che la offendono.

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