28/11/2018, 10.53
CINA-VATICANO
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Sacerdote cinese: La Santa Sede deve preoccuparsi dei vescovi in carcere

di P. Pietro (伯铎神父)

P. Pietro, che ha subito diversi anni di prigionia a causa della fede, consiglia al Vaticano di prendere a cuore anche la situazione dei “fratelli che stanno ancora soffrendo”. L’accordo sino-vaticano produce confusione. Qualche dubbio sulla moralità dei vescovi illeciti, ora riconciliati. La stima per papa Francesco.

Pechino (AsiaNews) – “La Santa Sede dovrebbe avere cura dei vescovi che sono ancora in carcere”, confortando “i fratelli che stanno ancora soffrendo”: è quanto suggerisce p. Pietro, un sacerdote della Cina centrale, che in passato ha subito anche lui la prigione. Pur apprezzando la missione di papa Francesco, p. Pietro confessa di essere confuso davanti all’accordo sino-vaticano. Per lui è ingiusto mettere sullo stesso piano “i vescovi che si sono mantenuti sempre fedeli e quelli che sono stati ordinati in modo illecito”, e ora perdonati dal pontefice. Ecco quanto scrive p. Pietro, nel suo messaggio dal titolo: “Pensieri contraddittori nel mio cuore”.

Senza quasi accorgermene, sono nella Chiesa da ormai tre generazioni. Se guardo indietro agli ultimi 30 anni, nel mio cuore trovo tanti sentimenti mescolati insieme, e mi sento triste.

Durante il pontificato di Papa Giovanni Paolo II, sebbene fossimo in un ambiente ostile, spesso rischiando anche la prigione, la chiarezza della fede e tanti testimoni coraggiosi mi facevano affrontare tutto senza paura.

Ho studiato teologia in un contesto molto difficile, spesso nascosto qui e là, mangiando polenta, sottaceti di ravanello, masticando un pezzo di riso malconcio, cantando per lodare l'inno di Dio e preparandomi sempre allo spirito di sacrificio. La gioia dell'anima mi ha fatto sentire più gratificato e ho profondamente sperimentato la felicità con Dio.

Nonostante sia stato detenuto due volte, negli anni '80 e '90, non mi sono ritirato a causa di questi attacchi, né ho smesso di diffondere il Vangelo.

Dopo la morte di papa Giovanni Paolo II, il 2 aprile 2005, Benedetto XVI è stato eletto il 19 aprile 2005 come successore di San Pietro. Sebbene all'inizio pensassi che Benedetto XVI fosse troppo conservatore, questo non ha scosso la mia lealtà al Papa.

Il rigore teologico di Benedetto XVI e la sua profonda spiritualità mi hanno aiutato ad ammirare la grandezza di Dio. La Chiesa cinese nell'era di Papa Giovanni Paolo II ha ricevuto molti privilegi. Papa Benedetto XVI il 27 maggio 2007 ha pubblicato una lettera ai cattolici cinesi, con la chiara intenzione di mettere chiarezza nel caos che si era creato. In ogni caso, non è mai venuta meno in me la fiducia e la volontà di testimoniare per il Signore.

Il 28 febbraio 2013, papa Benedetto XVI ha preso l'iniziativa di dimettersi, lasciando il mondo sgomento. Anch’io mi sono sentito crollare. Il 13 marzo 2013, il vescovo argentino Bergoglio è stato eletto papa, con il nome di Francesco. L'elezione di Papa Francesco ha dato subito l'impressione di una stagione nuova per la Chiesa.

Sia per il mondo, che per la Cina, le sue sono state spesso mosse e strategie inaspettate. Forse è per il fatto che in me sono ancora profondamente impresse le indicazioni delle autorità ecclesiastiche del passato per la Chiesa cinese, forse è per la mia comprensione troppo radicata e rigida della teologia del passato, fatto sta che l'accordo segreto firmato dalla Santa Sede e dalla Cina ha causato in me profonda confusione e smarrimento. Per il momento, non intendo soffermarmi sulla moralità dei vescovi legittimati, ma penso che sia ingiusto sottomettere i vescovi che si sono mantenuti sempre fedeli a quelli che sono stati ordinati in modo illecito.

In particolare, la Santa Sede dovrebbe avere cura dei vescovi che sono ancora in carcere, facendo sì che questi pastori, imprigionati per la loro fede, ottengano la libertà e i diritti che meritano. Altrimenti, questi fratelli e tutti coloro che stanno ancora soffrendo non sapranno mai se la loro testimonianza ha ancora un senso.

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