14/03/2014, 00.00
INDIA
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Semplicità, omelie "terrene", dialogo: papa Francesco per la Chiesa dell'India e del mondo

di Nirmala Carvalho
P. Errol Fernandes sj, gesuita indiano, fa un bilancio di questo primo anno di pontificato. Il Santo Padre "ha catturato l'attenzione di tutto il mondo, a prescindere dalla fede" grazie al suo rispetto verso tutti e la sua disponibilità a imparare "da chiunque e da qualunque situazione".

Mumbai (AsiaNews) - "La semplicità, le omelie 'terrene', l'approccio pastorale a ogni situazione e il dialogo con tutti. È così che papa Francesco ha colpito clero, giovani, fedeli di altre religioni, atei". Lo afferma p. Errol Fernandes sj, che ad AsiaNews parla dell'impatto di papa Francesco in tanti aspetti della vita in India e nella Chiesa universale. In questi giorni il Santo Padre è in ritiro spirituale, per celebrare così il suo primo anno di pontificato. Il gesuita è parroco della chiesa san Pietro nel quartiere di Bandra, a Mumbai; preside del prestigioso college san Saverio; docente presso il seminario dell'arcidiocesi. Di seguito, l'intervista a p. Errol. (Traduzione a cura di AsiaNews)

Come parroco, che impatto ha avuto papa Francesco sulle persone?

Nel complesso, i parrocchiani sono più consapevoli di quello che il papa dice, e sono più curiosi di sapere cosa dirà. Qualcuno ironicamente dice che una cosa che neanche Dio può sapere è quello che farà un gesuita. Tuttavia, con papa Francesco le persone sanno che, qualunque cosa decida di fare, sarà migliore e positiva. È altrettanto vero che egli ha conquistato la simpatia delle persone comuni grazie alla sua semplicità, onestà e santità.

Come è cambiato l'atteggiamento delle persone di altre religioni e delle nuove generazioni nei confronti del Santo Padre?

Papa Francesco ha catturato l'attenzione di tutto il mondo, a prescindere dalla fede. A conferma di questo c'è l'interesse mostrato da chi non crede in Dio. Una delle ragioni [di questo cambiamento] è da ricercare nella sua apertura. Egli non afferma di sapere tutto su ogni cosa, ed è disponibile a imparare da chiunque e da qualunque situazione. Ha un grande rispetto per tutte le religioni e anche questo modo di fare lo ha fatto amare da tanti. Riguardo ai giovani, non c'è dubbio che molti di loro lo seguono su Twitter, e non vedono l'ora di leggere i suoi tweet.

Lei insegna in un seminario. In che modo il papa ha cambiato la percezione della missione nei seminaristi?

Con il suo modo di vivere papa Francesco non mette alla prova solo i seminaristi, ma anche sacerdoti e vescovi. Ricordo una dichiarazione di p. Federico Lombardi sj che diceva che il pontefice si sarebbe trasferito in Vaticano in pochi giorni. Egli probabilmente riteneva che sarebbe stato difficile per il Santo Padre muoversi dalla casa dove vive ancora oggi. Tuttavia, egli non aveva considerato la profondità di papa Francesco e il suo desiderio di essere povero per seguire Cristo nella sua povertà. La sua semplicità ha avuto un grande impatto sulla vita del clero, ma anche le sue omelie "terrene", il suo approccio pastorale a tutte le situazioni e il suo dialogare con tutti hanno colpito.

Secondo lei le persone sono più inclini ad ascoltare la Buona Novella e a confessarsi?

Sì, papa Francesco ha fatto la differenza nella vita di tutto il mondo. Egli si è mostrato come un uomo che non ha paura di fare errori, perché ha fiducia nell'amore incondizionato di Dio. Questo è un amore di cui lui è convinto, che ha sperimentato e che proclama a tutti. Quando le persone continuano a sentire questo messaggio - che non sono condannate, ma amate; che non sono giudicate, ma perdonate; che non sono cattive, ma buone - rispondono in modo positivo. Questa risposta viene da dentro.

Ci avviciniamo al 200mo anniversario della ricostituzione della Compagnia di Gesù. Da gesuita, per lei in che modo questo papa ha fatto la differenza?

Il nostro preposito generale, p. Adolfo Nicolas, e il papa hanno molto in comune. Entrambi sono uomini che conducono vite semplici; si preoccupano per i poveri; vengono dalla Compagnia di Gesù. Eppure, i gesuiti cercano di minimizzare il fatto che il papa era ed è un gesuita, perché adesso "appartiene" alla Chiesa universale. Non c'è dubbio che i gesuiti in tutto il mondo si sentano "orgogliosi" nel senso sano della parola, non tanto perché il papa è un gesuita, ma perché sta facendo davvero la differenza, e bene. Questo è quello che sant'Ignazio si aspettava da tutti i gesuiti. Quello che ciascuno di noi cerca di fare nel proprio piccolo, è magnificato dalla persona di papa Francesco.

 

 

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