16/01/2006, 00.00
LIBANO - SIRIA
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Sfeir: "Il pericolo è dietro le nostre porte, fermiamo il terrorismo"

di Youssef Hourany
Il patriarca maronita accusa da Bkerke gli "atti terroristici che hanno ravvivato la memoria dei libanesi su avvenimenti già visti in passato". Ancora in pieno sviluppo la crisi di governo a Beirut, Damasco si prepara ad accogliere Ahmadinejad.

Beirut (AsiaNews) - In una delle sue omelie più significative, pronunciata durante la messa celebrata ieri nella sede del patriarcato maronita a Bkerke, il patriarca maronita, cardinale Nassrallah Sfeir, ha ammonito i responsabili del "pericolo che sta dietro le porte" dopo gli ultimi incidenti della settimana scorsa in Libano.

Esprimendo la sua "forte denuncia" contro "gli atti terroristici che hanno ravvivato la memoria dei libanesi su avvenimenti già visti in passato", il patriarca ha illustrato l'enciclica del defunto papa Giovanni Paolo II, la Sollicitudo rei socialis. Il card.Sfeir ha indicato la base dell'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa, "fondata sulla giustizia, la giusta remunerazione e la diffusione della pace sociale basata sulla vita degna di ogni essere umano".

Il porporato ha voluto insistere sulle tematiche che "creano dolore nei cuori di molti", a causa della guerra, della discriminazione sociale e delle divisioni dovute alle differenze etniche e religiose.

Parlando della situazione attuale in Libano, il patriarca non ha potuto nascondere le sue preoccupazioni "dopo gli ultimi incidenti nel Paese", cominciando da quello fra palestinesi e libanesi della settimana scorsa nella cittadina di El Nahemeh fino alla manifestazione di sabato scorso, che ha causato il ferimento di 11 persone tra militari e civili davanti alla sede del governo durante la visita dell'inviato americano. Sfeir condanna questi atti che "distruggono la figura del Libano ed aumentano le tensioni".

Il patriarca non ha risparmiato critiche agli ultimi annunci della stampa libanese ed internazionale, che hanno minacciato fra le righe dirigenti politici e religiosi di probabili attentati.

Nel frattempo aumenta in Libano la tensione e si stagliano le ombre di una crisi di governo: gli aderenti al "Partito di Dio" di Hassan Nassrallah e quelli del "Movimento di Amal" del presidente del Parlamento Nabih Berri continuano a schierarsi contro il leader druso Walid Joumblatt e tutti i suoi alleati.

L'ultimo motivo di scontro sono le dichiarazioni di Joumblatt, che continua a chiedere con forza l'applicazione della risoluzione 1559 delle Nazioni Unite e, dalle pagine dei giornali libanesi, un intervento americano militare in Siria. In risposta, i leader filo-siriani hanno confermato il loro proposito di congelare la partecipazione alle riunioni del governo di Beirut.

Da parte sua, la Siria si prepara per accogliere il presidente dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad: la visita, prevista per il 20 gennaio, dovrebbe durare due giorni ed ha come scopo lo studio degli ultimi sviluppi della situazione regionale ed internazionale, soprattutto alla luce della posizione delle Nazioni Unite nei confronti dei due regimi.

La stampa siriana oggi riporta le ultime dichiarazioni del presidente Assad, che ha rinnovato la sua posizione contro le accuse dell'ex presidente Khaddam ed ha espresso il suo rancore contro la posizione di alcuni Paesi arabi "che non hanno voluto imparare nulla dall'esperienza dell'invasione americana nell'Iraq".

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