16/04/2007, 00.00
LIBANO
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Sfeir: cittadini e politici si uniscano per “uscire dal baratro”

di Youssef Hourany
Il patriarca maronita invita a guardare ai tanti problemi che affliggono il Paese, dalla crisi economica all’emigrazione dei giovani. Il generale Aoun incontra il card. Sfeir per un colloquio “molto utile in questo periodo che ci separa dalle prossime elezioni presidenziali” per le quali Berri annuncia che convocherà il Parlamento per il 25 settembre.

Beirut (AsiaNews) – Forte monito del patriarca maronita Nasrallah Sfeir “ai cittadini e ai politici” libanesi “di avere pietà verso questo Paese e di unirsi per uscire dal baratro”. “La libertà che Dio ha dato all’uomo – ha detto ieri nel corso della messa celebrata a Bkerke - è un’arma straordinaria, noi possiamo utilizzarla per fare il bene o il male e ciò che noi ascoltiamo oggi nelle dichiarazioni dimostra che siamo più portati ad andare verso il male che verso il bene. Altrimenti cosa significherebbero tutte queste minacce che ci sono rivolte da una parte e dall’altra? Come se non fosse sufficiente la crisi economica che sta subendo il Paese e come se non fosse abbastanza pesante l’emigrazione dei giovani”.

Il cardinale Sfeir ha ricordato l’80mo compleanno di Benedetto XVI e, illustrando il significato liturgico di questa domenica "in Albis", ha voluto indirizzare un messaggio a tutti i cristiani perché riscoprano il volto di Dio misericordioso e riprendano il ruolo che hanno svolto per tanti secoli.

Il patriarca ha anche ricevuto il generale Michel Aoun, in una visita definita da fonti vicini ad Aoun, molto utile in questo periodo che ci separa dalle prossime elezioni presidenziali.

In proposito, il presidente della Camera, Nabih Berri - che è anche il capo del movimento di Amal, all’opposizione – ha annunciato che intende convocare il Parlamento il 25 settembre, ma senza la presenza del governo “incostituzionale”, per procedere alla elezione del nuovo presidente della Repubblica, al posto dell’attuale, Emile Lahoud, l’incarico del quale scade a novembre, al termine della proroga al suo incarico, decisa nel 2004, ai tempi del controllo siriano sul Paese dei cedri.

Il generale Aoun, in una dichiarazione ad AsiaNews ha definito il suo incontro con il patriarca Sfeir, "costruttivo e necessario in questa fase storica". Aoun ha lanciato "dure critiche contro quelle persone che stanno cercando di capovolgere la tavola delle trattative, indicando la sua alleanza con Hezbollah come permanente, e contro coloro negano il pericolo dello scoppio della guerra, affermando che il tempo della guerra e finito". Aoun ha rinnovato il suo appoggio incondizionato alla formazione di un governo d'unita nazionale, che sia rappresentativi di tutto il tessuto sociale libanese ed ha rinnovato il suo sostegno al presidente Lahoud, perché egli "rappresenta la dignità del Paese", criticando quegli ospiti stranieri che “visitano il libano senza incontrare il suo presidente legittimo", come ha fatto anche il segretario dell’Onu, Ban Ki-moon.

 

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