18/04/2008, 00.00
CINA - HONG KONG
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Si avvicinano le Olimpiadi e la Cina chiude le porte

Ancora maggiori restrizioni per i visti d’ingresso. Previsti gravi danni per il turismo e il commercio a Hong Kong, mentre la Camera di commercio europea cerca “soluzioni”. A Pechino annullato per improvvise “ragioni di sicurezza” uno spettacolo dei Paesi europei, programmato da tempo.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Con l’avvicinarsi delle Olimpiadi è sempre più difficile ottenere i visti per l’ingresso in Cina. Dal 16 aprile i visitatori di 33 Paesi non possono più ottenere il visto a Hong Kong - che era meno burocratico e più rapido - ma debbono chiederlo nel proprio Paese prima di partire, mostrando il biglietto aereo di ritorno e la prenotazione in albergo. Intanto Pechino proibisce “per ragioni di sicurezza” uno spettacolo organizzato dall’Unione europea.

A Hong Kong è sempre stato possibile ottenere un visto d’ingresso, valido fino a 5 giorni. Molte azienda vi hanno messo la sede anche per questa facilità di ingresso, ora bandita per 33 Paesi, tra cui molti dell’Asia (Malaysia, Filippine, India, Indonesia, Nepal, Arabia Saudita, Turchia e altri, anche se il divieto non vale per gli stranieri residenti a Hong Kong). Le nuove regole sono state comunicate dall’ufficio del Commissario del ministero degli Esteri di Hong Kong il 15 aprile e entrate in vigore il giorno dopo. Subito la Camera di commercio europea ha scritto al commissario e al governo di Hong Kong chiedendo un incontro, per vedere come ovviare le grandi difficoltà causate agli imprenditori esteri, che da Hong Kong sono soliti recarsi spesso in Cina per ragioni commerciali, anche improvvise.

I nuovi divieti si aggiungono alla sospensione, dal 27 marzo, dei permessi-brevi d’ingresso rilasciati a Hong Kong nei posti di controllo doganale. E al bando dal 1° aprile dei permessi-brevi rilasciati a chi voleva visitare Shenzhen o farci compere. Grande preoccupazione tra gli operatori economici della zona, che prevedono una forte diminuzione del turismo di transito.

Intanto Pechino ha chiesto all’Ue di annullare le manifestazioni previste per l’11 e 12 maggio nel Parco Chaoyang. Dura la reazione del portavoce Ue a Pechino, che esprime “sgomento e contrarietà per queste eccessive misure di sicurezza” e fa presente che i 27 Paesi membri da tempo preparano l’evento “Eu Extravaganza”, approvato dal ministero cinese per la Cultura. “Non posso dire – conclude – che il governo cinese sia paranoico. Ma non penso che una simile procedura  sia normale, prima delle Olimpiadi”.

Pechino vuole evitare qualsiasi protesta o contestazione, con l’avvicinarsi dei Giochi. A novembre Ma Weiya, vicedirettore del ministero per la Pubblica sicurezza, aveva promesso che, in linea di principio, nel periodo olimpico tutti gli eventi di massa (come spettacoli culturali, gare sportive, riunioni commerciali) sarebbero stati consentiti.

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