19/05/2010, 00.00
VIETNAM
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Si fa più dura la repressione di Hanoi: denunciati sei fedeli di Con Dau

di J.B. An Dang
Incriminati per gli scontri seguiti all’attacco della polizia per impedire di seppellire una donna nel secolare cimitero parrocchiale. Il corpo è stato preso con la forza e cremato. Il governo aveva negato l’avvenimento. Ora i media di Stato lo dipingono come una vittoria.
Hanoi (AsiaNews) - Sei parrocchiani di Con Dau sono stati denunciati dalle autorità della provincia di Da Nang per aver “disturbato l’ordine pubblico” e “aver aggredito personale dell’Amministrazione della sicurezza statale che stava svolgendo le sue funzioni secondo la legge”. L’accusa si riferisca a quanto accaduto il 4 maggio durante la processione per il funerale di Maria Tan, 82 anni. La polizia intervenne per impedire la sepoltura nel cimitero. Per quasi un’ora ci furono scontri (nella foto) tra i 500 fedeli e gli agenti, che ferirono numerosi cattolici e arrestarono 59 persone.
 
La bara della donna fu tolta alla famiglia e più tardi fu cremata, contro la volontà che ella aveva espresso, di essere seppellita accanto al suo amato sposo e agli membri della sua famiglia, nel secolare cimitero parrocchiale.
 
Il governo vietnamita negò che ci fossero stati cattolici arrestati o feriti. Secondo la portavoce del Ministero degli esteri, Nguyen Phuong Nga, “questa informazione è falsa e mira solo a calunniare il Vietnam”. “La verità – aveva affermato – è che questa vicenda non ha a che fare con la religione”.
 
L’incidente venne invece denunciato dal vescovo di Da Nang, nella parte centrale del Vietnam, mons. Joseph Chau Ngoc Tri, che in una lettera pastorale del 6 maggio condannava l’accaduto e chiedeva a fedeli e autorità di controllarsi per evitare ulteriori violenze. “La polizia è andata a caccia di altri fedeli”, scriveva il vescovo.
 
Il fatto è che la pacifica vita di Con Dau è stata stravolta all’inizio di quest’anno dalla decisione delle autorità locali di abbattere tutte le case della parrocchia, creata 135 anni fa, per creare un centro turistico, senza offrire una onesta compensazione o un aiuto per una nuova sistemazione. Il cimitero della parrocchia si estende su un terreno di 10 ettari, a circa un chilometro dalla chiesa. Per 135 anni è sttao l’unico luogo di sepoltura per i fedeli è in precedenza era indicato tra i siti storici protetti dal governo. Fino al 10 marzo, quando agenti della sicurezza hanno messo un cartello all’ingresso del cimitero con la scritta “Vietato seppellire in quest’area”. Quando un parrocchiano è andato a protestare, il capo della polizia gli ha spruzzato in faccia del gas lacrimogeno, facendolo svenire.
 
Alla notizia dell’attacco, altri abitanti si sono riuniti al cimitero e hanno chiesto alla polizia di chiamare un’ambulanza e occuparsi della salute del ferito.
 
Una settimana prima di tali avvenimenti, un membro del Fronte patriottico e due funzionri dell’Ufficio affari religiosi avevano fatto visita in parrocchia, ciedendo al sacerdote di mettere in guardia i fedeli dal seppellire nel cimitero. Il sacerdote si era rifiutato, spiegando che il cimitero e la parrocchia appartengono allo stesso villaggio e che ci sono documenti di proprietà che lo provano.   Gli abitanti continuano a opporsi al progetto che porta alla distruzione delle loro case, della loro terra e del luogo di riposo dei loro antenati. Le autorità premono, minacciano che presto manderanno i bulldozer per spianare la parrocchia.
 
Al di là della grvità dell’accaduto, il timore tra i cattolici è che le autorità stiano preparandosi a lanciare un nuova persecuzione contro i fedeli. Ciò che è successo a Con Dau, così come le dimissioni dell’arcivescovo di Hanoi sono stati infatti presentati dai media governativi come “vittorie” delle autorità, anche in campo internazionale, dimostrazione del potere assoluto del governo, al quale è dovuto sottostare anche il Papa.  
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