10/02/2010, 00.00
IRAN
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Si preparano nuove sanzioni contro Teheran, ma resta il no cinese

Obama dice che saranno decise “entro poche settimane”. Attesa per le manifestazioni previste per domani. Ahmadinejad manda a Hu Jintao gli auguri per il Capodanno del Paese che è il primo partner economico iraniano. E c’è chi osserva che il mancato accordo sulle sanzioni potrebbe trasformarsi in un “via libera” all’attacco israeliano.
Beirut (AsiaNews) - Persino Obama appare preoccupato per ciò che farà la Cina all’Onu, di fronte alle pressioni di Stati Uniti e Occidente per nuove più dure sanzioni contro l’Iran, sulle quali pare stia, seppur di malavoglia, concordando anche la Russia. All’indomani dell’inizio ufficiale dell’arricchimento al 20% del combustibile nucleare da parte di Teheran, è quanto ci si chiede oggi, in attesa di vedere cosa succederà domani nel Paese, che festeggia l’anniversario della rivoluzione khomeinista, con previste contromanifestazioni dell’opposizione.
 
Ieri sera, in un’inattesa apparizione nella sala stampa della Casa Bianca, il presidente americano ha infatti detto di confidare che la comunità internazionale sarà “unita sul comportamento riprovevole dell’Iran” e che il processo per decretare nuove sanzioni dovrebbe essere completato entro poche settimane. Ha poi espresso compiacimento per l’atteggiamento della Russia, che disapprova i passi iraniani e ha aggiunto: “come la Cina si comporterà in Consiglio di sicurezza quando noi porteremo avanti le sanzioni è una cosa che stiamo per dover vedere”.
 
Da parte sua, la Cina, nelle parole del portavoce del Ministero degli esteri Ma Zhaoxu, ha espresso la “speranza che le parti coinvolte vogliano portare avanti gli sforzi per mandare avanti il dialogo”. Tutti vi hanno visto un quasi certo no alle sanzioni da parte del Paese che, dopo l’applicazione delle sanzioni attualmente esistenti, è divenuto il primo partner economico del regime iraniano.
  
Il regime intanto va avanti. Arresti e condanne, anche a morte, di oppositori sembrano dar ragione a chi vede nell’annuncio del presidente Ahmadinejad sull’arricchimento dell’uranio una mossa a fini prevalentemente interni. In tal senso si interpretano anche le “spontanee” manifestazioni fatte ieri da “studenti” iraniani contro le ambasciate di Italia, Francia e Olanda. E mentre la Guida suprema, Ali Khaemenei, dice che “le minacce contro l’Iran nascono dall’incapacità del nemico di comprendere le origini divine della Repubblica islamica”, lo stesso Ahmainajad ha inviato oggi a Hu Jintao un messaggio di auguri per il Capodanno cinese, nel quale si augura “maggiore cooperazione tra i due Paesi in campo culturale, economico e politico”.
 
C’è, dunque, qualcosa più del rischio che il Consiglio di sicurezza non riesca a decretare le sanzioni. Ciò non impedirà i passi di chi vorrà seguire la linea dura, ma l’Iran canterà vittoria. Ma è “una buona notizia che è davvero cattiva”, commenta Asharq Alawsat. In un editoriale, l’autorevole quotidiano saudita scrive che il mancato accordo internazionale sulle sanzioni e l’annuncio da parte degli occidentali della fine dei negoziati con Teheran, “sarebbe una buona opportunità per Israele di persuadere l’Occidente a lanciare un raid militare contro l’Iran, specialmente dal momento che gli iraniani sono riusciti a consumare il tempo loro concesso dal presidente degli Usa”. (PD)
 
 
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