07/03/2013, 00.00
SIRIA
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Siria: Lega araba e Gran Bretagna danno il pieno appoggio all'opposizione armata

I Paesi arabi sono pronti ad armare i ribelli e a dare ancora più potere decisionale ai membri dell'opposizione politica in esilio. La Gran Bretagna inizia la fornitura di equipaggiamenti "non letali" al Free Syrian Army. In due anni oltre un milione di siriani son fuggiti dal Paese.

Damasco (AsiaNews/ Agenzie) - I Paesi della Lega araba annunciano che forniranno qualsiasi tipo di aiuto ai ribelli siriani, compresi gli armamenti. È quanto emerge dalla conferenza conclusasi ieri sera al Cairo. In un documento firmato da tutti gli Stati membri della Lega tranne Algeria, Iraq e Libano, i Paesi arabi sottolineando che come il regime di Bashar al-Assad riceve armi da Paesi stranieri, anche i ribelli "hanno il diritto di essere equipaggiati con tutto l'occorrente per difendersi". Nabil El Arabi, segretario generale della Lega araba ha anche proposto alla Syrian National Coalition, principale gruppo di opposizione siriano, di nominare un delegato per riattivare il seggio della Siria sospeso nel novembre 2011.

Insieme ai Paesi arabi, sempre più governi sono disposti a riconoscere l'opposizione siriana, politica e armata, come unico interlocutore legittimo.  Ieri il governo britannico ha annunciato la fornitura di equipaggiamenti non letali ai ribelli siriani. William Hague segretario del ministero degli Esteri ha sottolineato che la Gran Bretagna è pronta a consegnare ai ribelli del Free Syrian Army: mezzi blindati, giubbotti anti-proiettili e sistemi di comunicazione.

Forti critiche alla posizione della Lega araba e dei Paesi occidentali, giungono dal Libano, che insieme all'Iraq è uno degli Stati più colpiti dal conflitto etnico religioso. Secondo Adnan Mansour, ministro degli Esteri libanese non ha senso interrompere "i rapporti con il governo Assad, fondamentali per raggiungere una soluzione politica del conflitto".

Iniziato sull'onda della Primavera araba nel marzo 2011 il conflitto siriano è già costata la vita a oltre 70mila persone. Secondo l'Agenzia Onu per i rifugiati oltre 1 milione di persone ha lasciato il Paese in questi due anni. Oggi, Medici senza frontiere  ha lanciato un appello per inviare personale medico e attrezzature sanitarie nelle aree più colpite dai combattimenti. Per Msf oltre un terzo degli ospedali è stato distrutto e in quelli rimasti operativi manca il personale medico. La maggior parte di essi è fuggita o finita nelle carceri e dei ribelli e del regime perché accusati da entrambe le parti di collaborazionismo. 

 

 

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