13/03/2007, 00.00
CINA
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Soldati attaccano 20mila contadini: un morto e dozzine di feriti

Gli abitanti del villaggio di Zhushan, nell’Hunan, protestavano contro l’aumento del costo dei trasporti pubblici. Nata in maniera pacifica, la manifestazione è divenuta violenta dopo che le autorità hanno inviato dei teppisti ad intimidire la folla. La vittima è uno studente liceale.
Zhushan (AsiaNews/Agenzie) – Uno scontro fra militari e contadini, che protestavano contro l’aumento del costo dei trasporti pubblici, si è concluso con almeno un morto e dozzine di feriti nella provincia meridionale dell’Hunan. Lo confermano testimoni oculari del luogo.
 
Le autorità provinciali hanno inviato la notte scorsa nel villaggio di Zhushan 20 camion militari con sopra soldati dell’Esercito di liberazione del popolo, per aiutare i circa 1.700 poliziotti locali - già presenti sul luogo - a fermare la protesta di massa dei contadini.
 
Alcuni testimoni riferiscono che, appena scesi, i soldati hanno caricato la folla, composta da oltre 20mila persone, con manganelli elettrici e bastoni. Fra i feriti, anche innocenti passeggeri di autobus che passavano di lì per caso.
 
Zhang Zilin, presente sul luogo, conferma via telefono di aver visto “diversi poliziotti che colpivano a caso nel gruppo. Uno di quelli che protestava è stato trascinato giù dalla sua bicicletta e picchiato in maniera selvaggia. L’ho visto svenuto per terra, pieno di sangue, e non so se sia ancora vivo”.
 
Zhang conferma poi che sono avvenuti “diversi arresti, anche fra gli studenti. I poliziotti urlavano che era inutile combattere contro le autorità, che ora non avevano più scampo”. La vittima è proprio uno studente liceale, ma non vi sono altri particolari per identificarlo. Portato in ospedale con una gamba rotta lo scorso 10 marzo, è morto nel pomeriggio.
 
La protesta è nata la settimana scorsa a causa dell’aumento dei biglietti dei trasporti pubblici. Prima del Capodanno cinese, spiega un contadino del posto, un biglietto del bus costava cinque yuan: dopo le feste, senza motivo apparente, è salito a nove. Zhang racconta che “i contadini non possono permettersi queste cifre, ed hanno iniziato una protesta pacifica per chiedere la riduzione del costo o almeno delle spiegazioni. I manager della ditta che gestisce il servizio hanno risposto inviando quattro pullman carichi di teppisti, con il compito di intimidire la folla. La polizia locale sembrava dalla loro parte”.
 
Esasperati dalla mancanza di risposte, i contadini hanno attaccato i poliziotti e bruciato quattro macchine. Per questo, i militari non hanno esitato a rispondere con la violenza ed ora si difendono dicendo di “essere stati provocati”. Le autorità negano però che vi siano vittime.
 
Le proteste sociali sono in costante aumento su tutto il territorio cinese, nonostante i ripetuti appelli della leadership comunista, che chiede ai governi locali di costruire una “società armoniosa”. Liu Jinguo, vice ministro per la Sicurezza sociale, aveva già affrontato l’argomento all’inizio di gennaio, nel corso di una conferenza nazionale sull’ordine pubblico. Per il dirigente, nel 2006 gli scontri sociali sono diminuiti del 16,5 %, rispetto alle oltre 87mila proteste del 2005.
 
Eppure, i dati mostrano che queste proteste – anche se diminuite di numero – sono sempre più violente.
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