13/12/2011, 00.00
CINA – STATI UNITI
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Solo la classe media può sconfiggere la crisi negli Usa. E in Cina

di Wei Jingsheng
La crisi che ha colpito il mondo è di natura finanziaria. Per sconfiggerla non si dovevano salvare i giganti della finanza, ma puntare sulla produzione interna e sulla creazione di un mercato interno. Pechino e Washington sono divise su molti punti, ma hanno compiuto lo stesso errore, che va sanato prima che sia troppo tardi. L’analisi del grande dissidente.
Washington (AsiaNews) – I recenti terremoti che hanno colpito la finanza non hanno risparmiato l’Asia e la Cina. Mentre l’economia di Stati Uniti ed Europa declina, questi terremoti hanno provocato un impatto anche per le esportazioni cinesi. E il deprezzamento del debito americano ha portato con sé una riduzione delle riserve di valuta straniera possedute dalla Cina. Tutte queste cause concatenate fra loro dimostrano come sia irragionevole per i “giovani patrioti arrabbiati” della Cina gioire quando vedono la miseria delle altre popolazioni. Di fatto, l’integrazione e la correlazione economica nel mondo sono arrivate a livelli molto alti. E quel tipo di politica auto-referenziale, portato avanti dal governo cinese, alla fine colpirà anche la stessa Cina. Spesso sentiamo i politici cantare quelle canzoni a voce molto alta, ma nei fatti non è detto che loro riconoscano la verità. In particolar modo loro, e i cosiddetti esperti economici cinesi, non vedono l’interdipendenza.

Anche la popolazione media, a volte, pensa in questo modo: non credete che quello che guadagniamo noi sia quello che perdono loro? Ma questo è un modo di pensare chiuso, che non rappresenta i fatti. La situazione attuale, infatti, è proprio il contrario. Mentre l’economia americana scivolava dentro la recessione, anche quella cinese si avviava sulla stessa strada. E’ una situazione in cui tutti perdono, non un vantaggio che si ottiene dalla sfortuna di un altro. Di conseguenza il cosiddetto “modello Cina” non fa altro che colpire gli altri e colpire la stessa Cina.

E allora che cos’è la cosiddetta economia? Molte persone la interpretano come il denaro. Ma questa interpretazione è sbagliata. Per ogni singola famiglia o azienda, il successo economico significa fare denaro. Questo si pensa perché il denaro è l’intermediario fra la produzione e il consumo. Usando un termine accademico ancora più oscuro, parliamo di un equivalente. Per dirlo in maniera più chiara, il denaro si muove nella direzione opposta rispetto ai beni di un mercato, rendendo in questo modo più facile lo scambio di altri beni.

Quindi quando diciamo che il denaro nelle vostre case rappresenta il vostro benessere, non vogliamo dire che questo stesso denaro rappresenti il benessere di una nazione o il suo mercato. Ad esempio quando la valuta viene svalutata, il denaro in tasca rimane lo stesso: ma rappresenta un quantitativo di benessere minore. Una situazione ancora più estrema si verifica quando l’economia collassa o quando un governo deve invalidare la propria valuta: in quel caso, quello stesso denaro diviene inutile. Cose del genere sono accadute diverse volte, in tutto il mondo. Anche guardando soltanto l’ultimo secolo e solo la Cina, vediamo che è avvenuto più di una volta. Quando l’economia collassa, il governo deve cambiare anche la sua moneta. E quel denaro che non viene cambiato diventa soltanto una reliquia della storia. Forse, dopo qualche centinaio di anni, potrà essere venduto come un pezzo di antiquariato.

E quindi cosa rappresenta il benessere e cos’è l’economia in uno Stato, in una società o in un mercato? Il consumo. Soltanto un bene materiale consumato rappresenta il vero benessere. Il denaro rappresenta il benessere soltanto quando l’economia viaggia su binari normali. Le persone che vogliono consumare un bene devono avere del denaro, per comprare in un mercato. E per fare denaro si devono produrre beni di consumo. Il denaro e i beni di consumo vanno in direzioni opposte: e questa è l’economia di mercato. Questo consumo include l’investimento e il risparmio con lo scopo di migliorare la capacità di produzione, che è un altro tipo di consumo. Deve mantenere un equilibrio specifico nei confronti dei beni di consumo. Quando diviene troppo alto allora ci ritroveremo con un mercato insufficiente. Quando è troppo basso, provocherà una capacità di produzione inferiore.

La recessione che ha colpito Cina e Stati Uniti nasce dalla stessa ragione: troppo accumulo e troppo denaro nelle mani degli investitori. Questo fenomeno provoca allo stesso tempo un enorme divario tra i ricchi e i poveri, che a sua volta produce uno stallo economico. O, per dirla in un altro modo, produce degli operai cinesi che fabbricano moltissimi beni ma ricevono un salario molto basso. Il denaro di questi prodotti, venduti negli Usa, non ha creato un mercato cinese corrispondente. Allo stesso tempo anche i lavoratori statunitensi hanno perso il proprio lavoro, e i capitalisti che hanno accumulato denaro grazie ai beni cinesi non lo daranno certo a questi lavoratori per i loro consumi. Di conseguenza il mercato americano si è contratto e quello cinese non si è espanso. E il risultato è stato che i mercati del consumo di Cina e America, combinati fra loro, si sono ridotti: questo a sua volta ha provocato una riduzione della produzione. Questo circolo vizioso è la recessione, o nei casi più gravi la crisi economica.

E’ chiaro che la situazione è molto più complessa rispetto a questa descrizione teorica. Bisogna infatti aggiungere i ricchi di entrambi i Paesi, che hanno prestato denaro ai mercati finanziari Usa per aiutare l’iper-consumo degli americani. Questo a sua volta ha aumentato l’enorme debito pubblico americano e ha ritardato l’esplosione delle necessarie crisi economiche. Questa serie di diversi fattori secondari è molto importante. Tuttavia, ancora più importante è il fatto che il guadagno della classe media degli Stati Uniti si è ridotto, mentre quello della classe media cinese ha avuto un piccolo aumento. A questo va aggiunto il mancato investimento nelle nuove tecnologie, che doveva provenire dai capitali accumulati in eccesso. La ragione fondamentale alla base di tutto questo è il “modello Cina”, che ha creato un surplus di moneta accompagnato da consumi insufficienti.

Prima che alla Cina venisse garantito l’accesso all’economia di mercato occidentale attraverso il libero commercio, quel mercato era riuscito a mantenere un equilibrio normale fra consumi e investimenti tramite la normale regolamentazione dei governi e delle istituzioni sociali occidentali. Con la premessa di investimenti costanti, è stato in grado di sviluppare con velocità i propri consumi, che sono alla base dello sviluppo economico. Si sono verificati pochi casi di nazioni autoritarie sviluppate in maniera anormale, ma questo non ha causato enormi squilibri economici. E quindi, durante i decenni post-bellici, l’economia occidentale è riuscita a svilupparsi in maniera stabile, lasciandosi con velocità alle spalle le nazioni comuniste con economie non di mercato. E questa fu la causa principale del collasso di quegli Stati.

Tuttavia dopo che la Cina – una grande nazione con uno standard molto basso nel campo dei diritti umani e una economia quasi di mercato – è entrata nell’economia del mercato libero, i capitalisti occidentali hanno trovato un modo nuovo per ottenere profitti eccessivi. Per più di un decennio sono stati proprio questi profitti a rompere il bilanciamento fra accumulo e consumo, limitando l’espansione dei mercati. Anche se gli americani hanno chiesto in prestito del denaro per mantenere il loro livello di consumi, questo gioco doveva finire. Questi profitti eccessivi hanno costretto l’economia a restringersi, per arrivare poi alla crisi e alla recessione.

Il cosiddetto “modello Cina” ha portato il mondo intero indietro ai tempi degli Stati capitalisti, precedente alle due Guerre mondiali. I profitti in eccesso hanno causato un declino relativo del consumo. Perché una produzione a cui manchi un mercato in cui vendere deve contrarsi in sincronia con il consumo, oppure trovare nuovi mercati. Quindi, i governi di Cina e Stati Uniti stanno affrontando la stessa questione, ovvero come espandere il consumo domestico effettivo. Tuttavia, le due nazioni hanno condizioni opposte. La Cina deve alzare i salari della classe operaia mentre riduce le esportazioni e aumenta le importazioni. Gli Stati Uniti devono aumentare la propria produzione per ridurre il deficit che è stato mantenuto da denaro in prestito.

Le piccole nazioni come la Svizzera possono mantenere le proprie economie giocando con la finanza e con i tassi sui servizi essenziali. Ma una nazione popolosa come l’America non lo può fare. Quindi la politica del presidente Obama, che ha scelto di salvare il settore finanziario e non la produzione, è del tutto errata. Senza la crescita della classe lavoratrice non ci sarebbe stata prosperità per gli Stati Uniti nel passato e non potrà esserci nel presente o nel futuro. E questo vale anche per la Cina.
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