28/09/2004, 00.00
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Studio Onu denuncia le precarie condizioni della donna

di Qaiser Felix

Islamabad (AsiaNews) – "Nel 2003 il tasso di mortalità prenatale è rimasto elevato e non vi sono state variazioni significative, a dispetto della continua diminuzione della mortalità infantile" e continua ugualmente ad essere alto il tasso di mortalità femminile legato alla gravidanza: questo è quanto emerge da uno studio, presentato di recente dal Fondo sulla popolazione delle Nazioni Unite, riguardante la società pakistana.

Dalle analisi svolte dai ricercatori emergono 3 dati significativi. Sebbene la crescita della popolazione sia elevata, è evidente un calo nel tasso di fertilità con alcune variazioni importanti: la diminuzione è più marcata nelle aree urbane che nelle campagne; la fertilità resta più elevata fra i poveri; è maggiore nel Balochistan e nella Provincia del Nordovest rispetto alle altre due province del paese.

Lo studio fa emergere che il 23,4% della popolazione pakistana è fra i 10 e 19 anni: questo significa che il Paese deve far fronte ai bisogni e alle richieste degli adolescenti.

Infine la prevalenza di decessi fra la popolazione femminile evidenzia che lo status della donna è ancora inferiore e più vulnerabile rispetto a quella degli uomini.   

In Pakistan sono 33 milioni le donne in età fertile. Ogni anno circa 5,4 milioni di donne affrontano l'esperienza della gravidanza e del parto, mentre i nuovi nati sono 4 milioni e mezzo. Fra le donne che rimangono incinte, una vasta maggioranza deve affrontare complicazioni legate alla gravidanza e resta elevato il numero di malattie e di morti. Circa i 2/3 delle donne incinte non si sottopone a visite ginecologiche e l'80% delle nascite avviene in casa, spesso con l'ausilio di persone senza un'adeguata preparazione.

Le stime della mortalità durante il parto vanno dalle 300 alle 700 unità ogni 100mila nascite. Studi confermano che le cause principali di mortalità sono simili a quelle di altri paesi in via di sviluppo: emorragie post-parto, tossiemia nella gravidanza, infezioni puerperali. Una piccola ma significativa percentuale è attribuibile anche ad aborti indotti, fatti senza adeguate misure di sicurezza.

Su 10 gravidanze, 6 presentano complicazioni e circa il 10% delle donne incinte devono affrontare problemi che necessitano intervento medico. Studi di settore e informazioni fornite dagli ospedali confermano l'alta ricorrenza di anemie, uteri allungati, fistole genitali, rotture dell'utero e traumi da parto. Vi sono altre aree di interesse che evidenziano il precario stato di salute delle donne: le infezioni dell'apparato genitale, tumori, infezioni trasmesse per via sessuale, violenze domestiche e malattie mentali.

Le difficoltà del sistema sanitario sono molto evidenti nelle zone rurali e negli slums delle città, perché i più poveri non possono affrontare visite e cure presso i privati.

Il problema delle cure sanitarie per le donne, inoltre, va inquadrato nel contesto socioculturale del Paese: costrizioni e pregiudizi impediscono alle donne di ricorrere ai servizi sanitari e alle cure mediche, a dispetto di un maggior investimento nazionale nelle strutture sanitarie.
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