09/03/2013, 00.00
TAIWAN
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Taiwan al bivio sul nucleare: la quarta centrale accende le polemiche

di Xin Yage
Il Paese punta a divenire del tutto libero dall’energia sporca, ma eolico e solare non bastano. E il nucleare, a due anni da Fukushima, sembra spaventare la popolazione che inizia a pensare a un referendum popolare che decida sull’argomento.

Taipei (AsiaNews) - Oltre al mondiale di baseball in corso in Giappone, sport per cui i taiwanesi vanno pazzi, in questi giorni su tutti i media di Taiwan si è riacceso il dibattito sulla questione nucleare. Sotto i riflettori c'è il completamento della quarta centrale nucleare (chiamata semplicemente "Nuke 4", 核四) in costruzione nel territorio della Nuova Taipei (新北市), nel nord dell'isola, tra le città di Taipei e di Keelung (基隆).

Soprattutto dopo il disastro nucleare di Fukushima, di cui l'11 marzo ricorre il secondo anniversario, l'opposizione al completamento della centrale nucleare è cresciuto in maniera esponenziale. In questa ultima settimana molti artisti e personaggi televisivi sono apparsi sullo schermo o sul web manifestando la propria opposizione al completamento della centrale "per il bene nostro, dei nostri figli e di tutte le future generazioni".

Sono stati girati anche sei cortometraggi da parte di giovani registi che evidenziano come in caso di incidente nucleare il futuro dell'isola potrebbe essere catastrofico. Un famoso artista, insieme ad altri colleghi, ha organizzato una conferenza stampa in cui sottolinea che "è da folli continuare sulla via del nucleare perché nessuno sa quando può avvenire una catastrofe naturale e le misure di sicurezza sono sempre troppo deboli nonostante i continui miglioramenti".

Taiwan ha già in funzione tre centrali nucleari, con un forte incremento allo stesso tempo delle energie verdi e rinnovabili, soprattutto eolico e solare. Il programma a lunga scadenza è di rendere l'isola totalmente libera dall'energia nucleare in modo che la sicurezza sia totale e la sostebilità della produzione sia completamente ecologica.

Il partito all'opposizione (i democratici-progressisti, 民主進步黨) valuta il 2025 come data limite per rendere l'isola libera dall'energia nucleare. Il governo da parte sua ritiene improponibile questa proposta perché, secondo quanto afferma il ministro dell'Economia Chang Chiah-juch (張家祝), "attualmente le fonti rinnovabili, pur considerando tutti gli incentivi già messi a disposizione, sono ancora troppo care. I salari non crescono in proporzione alla crescita del costo della bolletta elettrica, se togliamo tutto il nucleare ora".

Le prime tre centrali nucleari verranno progressivamente smantellate entro il 2025, ma in attesa di una maggiore efficienza delle centrali a energia rinnovabile e di prezzi accessibili dell'elettricità proveniente da tali fonti, la quarta centrale sarebbe un supporto indispensabile in questo passaggio graduale da una Taiwan nucleare a una Taiwan senza centrali nucleari: "Anche se non sappiamo quando potremo fare a meno della quarta centrale, di sicuro non si costruirà nessuna quinta centrale" ha affermato ieri il ministro.

Da parte sua il primo ministro Jiang Yi-hua (江宜樺) si è detto fiducioso nel fatto che il governo presenterà tutti i dati sulla sicurezza in modo trasparente e la popolazione cambierà la sua percezione sulla costruzione della centrale, vedendola come un progetto totalmente sicuro. Per questa ragione ieri il ministro dell'economia ha annunciato una speciale commissione indipendente che studi la sicurezza della centrale.

Nel frattempo si inizia a parlare di un referendum popolare. Se la proposta sarà approvata, Lai Shyhbao (賴士葆) a nome del KMT (il partito nazionalista, 國民黨) ha proposto la formula: "Sei d'accordo con il blocco della costruzione della quarta centrale nucleare e con l'impedire che diventi operativa?" ("你是否同意核四廠停止興建不得運轉?").

Il ministro degli interni Lee Hong-yuan (李鴻源) ha affermato che il referendum si dovrebbe tenere "alla fine di quest'anno", quando dati più precisi sulla sicurezza saranno accessibili e la popolazione si sarà fatta un'idea più precisa e meno emotiva su un eventuale incidente nucleare.

Proprio sull'onda di questo ampio dibattito e per la vicinanza del secondo anniversario del disastro di Fukushima, oggi, sabato 9 marzo, si tengono a Taiwan diverse manifestazioni in opposizione alla costruzione della centrale. 

 

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