29/07/2019, 08.56
IRAN - ONU
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Teheran: la riunione di emergenza sul nucleare ‘costruttiva’, ma servono garanzie

Nel fine settimana si sono incontrati i Paesi ancora vincolati al patto sottoscritto nel 2015. A fronte di un moderato ottimismo, il delegato iraniano ricorda le “questioni irrisolte” fra cui la tutela dei commerci colpiti dalle sanzioni Usa. Delegato cinese: impegno comune per salvare il Jcpoa, “opposizione” alle mosse “unilaterali” di Washington. 

Vienna (AsiaNews/Agenzie) - La riunione di emergenza con i restanti Paesi firmatari dell’accordo nucleare sull’Iran del 2015 - mancavano gli Stati Uniti, ritirati nel maggio dello scorso anno - hanno avuto un esito “costruttivo”. È quanto ha affermato il leader della delegazione di Teheran Abbas Araqchi, il quale aggiunge però che restano sul tavolo alcune “questioni irrisolte”. Al contempo, la Repubblica islamica proseguirà nella “riduzione” degli impegni previsti dal patto se gli europei falliranno nel salvare [ciò che resta del] patto.

L’obiettivo di questi incontri è di allentare le crescenti tensioni degli ultimi mesi, inasprite nell’ultimo periodo dal sequestro reciproco di petroliere fra Iran e Gran Bretagna, con il pericolo di una escalation sul piano militare. E mantenere ancora in vita l’accordo nucleare del 2015, nonostante Teheran abbia già iniziato a superare limiti e restrizioni previste dal patto.

All’origine della tensione fra Iran e Stati Uniti, che ha innescato una gravissima crisi economica nella Repubblica islamica come conferma un sacerdote locale, la decisione del presidente Usa Donald Trump nel maggio dello scorso anno di ritirarsi dall’accordo nucleare (Jcpoa) del 2015. La Casa Bianca ha quindi introdotto le più dure sanzioni della storia, rafforzato la presenza militare nell’area e azzerato le esportazioni di petrolio iraniane, colpendo in primis la popolazione.

Alla riunione di emergenza tenuta nel fine settimana a Vienna hanno partecipato, oltre all’Iran, le nazioni - eccetto gli Stati Uniti - ancora vincolate all’accordo: Gran Bretagna, Germania, Francia, Russia e Cina. Per i partner europei ulteriori violazioni da parte di Teheran potrebbero alimentare nuove tensioni e fornire i presupposti per un conflitto armato. Per rimanere vincolata ai termini dell’accordo, Teheran ha sempre chiesto tutele e garanzie in tema di commerci, che finora l’Europa non ha saputo fornire a causa delle sanzioni statunitensi e delle pressioni diplomatiche Usa. 

“L’atmosfera era costruttiva” ha commentato a caldo il delegato iraniano Abbas Araqchi. “E la discussione buona. Non posso dire - aggiunge - che abbiamo risolto tutti i problemi. Ma posso confermare che è grande l’impegno di tutti”. “Come abbiamo già detto - conclude - continueremo a ridurre i nostri vincoli nel contesto dell’accordo, fino a che gli Europei non garantiranno gli interessi dell’Iran”. Un altro diplomatico iraniano, dietro anonimato, chiarisce però che “tutti i passi presi finora sono reversibili, se le altre parti mantengono i propri impegni”. 

Sull’esito dell’incontro del fine settimane interviene anche il capo delegazione cinese Fu Cong, direttore generale del Dipartimento per il controllo delle armi presso il ministero degli Esteri. “Tutte le parti in causa - avverte - hanno espresso il loro impegno nella salvaguardia del Jcpoa e a garantirne l’applicazione in maniera bilanciata”. Al contempo, egli sottolinea la “forte opposizione” di tutti i partecipanti alla “unilaterale imposizione di sanzioni” decisa dagli Stati Uniti.

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