10/12/2007, 00.00
INDIA – TIBET
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Tibetani in esilio: l’India condanni l’occupazione cinese

di Nirmala Carvalho
Si sono svolte ieri davanti al Parlamento indiano diverse manifestazioni per la Giornata internazionali dei diritti umani. I tibetani in esilio chiedono anche lo status di rifugiati politici e sostegno per "l'unico esempio di democrazia nell’area cinese”.
New Delhi (AsiaNews) – La dissidenza tibetana in esilio chiede al governo indiano di rivedere la sua politica nei confronti del Tibet, “fattore di stabilità per i confini settentrionali del Paese” ed “unico esempio di democrazia nell’area cinese”. Le richieste sono state espresse ieri davanti al Parlamento indiano, nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata internazionali dei diritti umani.
 
Il Gruppo per la causa tibetana in un comunicato afferma che “queste manifestazioni sono state organizzate per chiedere al governo indiano di rivedere la sua politica sul Tibet ed adottare una posizione ragionevole e rispettosa nei confronti dell’ultima colonia del mondo civilizzato. Chiediamo che New Delhi si faccia sentire, e condanni l’occupazione cinese del Tibet”. Per ottenere questo risultato, il Gruppo chiede ai politici indiani di “usare la propria influenza per convincere Pechino ad utilizzare il dialogo come strumento per una risoluzione pacifica della questione. Vogliamo ricordare che soltanto il Tibet indipendente può assicurare la pace per i confini settentrionali dell’India”.
 
Tsering Dorje, coordinatore del Centro per la coordinazione fra Tibet ed India, spiega ad AsiaNews: “Al momento, la popolazione tibetana non ha diritti umani, né libertà religiosa. Il Dalai Lama, che proprio ieri ha celebrato il 18esimo anniversario del conferimento del suo Premio Nobel per la pace, ha sempre chiesto al mondo che venissero garantiti i diritti umani dei tibetani. Coloro che vivono in quella regione hanno bisogno di aiuto immediato”.
 
L’India, continua l’attivista, “ha un atteggiamento troppo cauto con la Cina, specialmente per quanto riguarda la nostra situazione. E’ vero che siamo sempre stati aiutati, in molti modi, ma è vero anche che, nello scenario politico, il governo indiano ha fatto alcuni passi indietro: ad esempio, non siamo mai stati accettati come rifugiati politici. Inoltre, Delhi non parla abbastanza della questione tibetana. Andrebbe detto con chiarezza che il Tibet è un Paese occupato”.
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