04/11/2021, 15.16
VATICANO - TERRA SANTA
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Vaticano: ‘assoluta necessità’ che riprendano i colloqui diretti tra israeliani e palestinesi

Una nota della Santa Sede sui colloqui del presidente palestinese Mahmoud Abbas col Papa e in Segreteria di Stato. Soluzione dei due Stati in Terra Santa e uno statuto speciale internazionalmente garantito per Gerusalemme. Evitare "l’uso delle armi, e combattendo ogni forma di estremismo e di fondamentalismo”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Assoluta necessità” che riprendano i colloqui diretti tra israeliani e palestinesi per arrivare, anche con il sostegno internazionale, alla realizzazione di due Stati in Terra Santa e dare a Gerusalemme uno status che ne garantisca l’apertura a ebraismo, cristianesimo e islam. Torna ad affermarlo il Vaticano in una nota diffusa al termine dei colloqui avuti oggi dal presidente palestinese Mahmoud Abbas con papa Francesco – al loro sesto incontro - e la Segreteria di Stato.

Nel comunicato della Santa Sede su legge infatti che “oggi, 4 novembre 2021, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza S.E. il Sig. Mahmoud Abbas, Presidente dello Stato di Palestina, il quale ha incontrato successivamente Sua Eminenza il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da Sua Eccellenza Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati”.

“Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato, sono stati riconosciuti i buoni rapporti tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, e si sono affrontate questioni bilaterali di mutuo interesse. Inoltre, si è riconosciuta la necessità di promuovere la fratellanza umana e la convivenza pacifica tra le varie fedi”.

“Circa il processo di pace tra Israeliani e Palestinesi, ci si è soffermati sulla assoluta necessità di riattivare il dialogo diretto per raggiungere la soluzione dei due Stati, anche con l’aiuto di un più vigoroso impegno della Comunità internazionale. Infine, si è ribadito che Gerusalemme debba essere riconosciuta da tutti come luogo d’incontro e non di conflitto, e come il suo status debba preservare l’identità e il valore universale di Città santa per tutte e tre le religioni abramitiche, anche attraverso uno statuto speciale internazionalmente garantito. Infine, si è parlato dell’urgenza di lavorare per la pace, evitando l’uso delle armi, e combattendo ogni forma di estremismo e di fondamentalismo”.

La nota di oggi ribadisce la posizione tradizionale del Vaticano sulla Terra Santa e Gerusalemme, ribadita, da ultimo, nel dibattito in sede Onu del dicembre 2017, seguito all’annuncio del presidente Us Donald Trump di spostare a Gerusalemme l’ambasciata americana.

In tale occasione, la Santa Sede intervenne con una dichiarazione ricordando “l'obbligo di tutte le Nazioni a rispettare lo storico status quo della Città Santa, in conformità con le relative Risoluzioni dell'Onu".

“L'identità unica di Gerusalemme, che è di interesse universale consiste nella sua particolare natura di città santa, sacra per le tre religioni monoteiste e simbolo per milioni di credenti in tutto il mondo che la considerano la loro ‘capitale spirituale’. Il suo significato va oltre la questione dei confini e questa realtà dovrebbe essere considerata una priorità in ogni negoziato per una soluzione politica”. La Delegazione vaticana chiedeva “una risoluzione pacifica che rispetti la natura di Gerusalemme, la sua sacralità e il suo valore universale”, ribadendo che “solo uno status garantito a livello internazionale può preservare il suo carattere unico ed essere una garanzia di dialogo e riconciliazione per la pace nella regione”

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