29/09/2012, 00.00
VATICANO
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Vatileaks: iniziato il processo, sarà breve e testimonierà anche mons. Gaenswein

Dall'udienza - durata due ore e 15 minuti - è emerso che sono 82 le scatole di materiali raccolte in casa di Paolo Gabriele, il cameriere del Papa accusato di furto aggravato. Stralciata la posizione di Sciarpelletti, tecnico informatico della Segreteria di Stato, accusato di favoreggiamento. Il tribunale ha ampi poteri e può anche disporre nuovi atti istruttori. Se durante le udienze dovessero emergere nuovi fatti di reato, il tutto sarà rimesso al promotore di Giustizia che valuterà se iniziare un'azione penale. Non è escluso, ma per ora non previsto, che i magistrati possano ricevere le valutazioni della Commissione cardinalizia nominata dal Papa.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Sarà un processo breve, riguarderà, per ora, solo Paolo Gabriele, il cameriere del Papa accusato di furto aggravato, e ci saranno solo otto testimoni, compreso il segretario di Benedetto XVI, mons. Georg Gaenswein. E' quanto emerge dalla prima seduta del processo iniziato stamattina alle 9.30 nell'Aula delle udienze del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. Presente in aula Paolo Gabriele, assente invece l'altro imputato, Claudio Sciarpelletti, tecnico informatico della Segreteria di Stato, accusati rispettivamente di furto aggravato di documenti riservati e di favoreggiamento. I due rischiano, rispettivamente, quattro anni di carcere (la pena massima prevista per il furto aggravato) e fino a un anno per il favoreggiamento. Il tribunale ha però deciso di stralciare la posizione di Sciarpelletti, che si è dichiarato non colpevole. I due procedimenti proseguiranno, quindi, separatamente.

La corte è composta da Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale del Vaticano, e dai giudici Paolo Papanti-Pelletier e Venerando Marano. Promotore di giustizia (in pratica l'accusa) è Nicola Picardi. Gli avvocati difensori sono rispettivamente, per Paolo Gabriele Cristiana Arru, per Claudio Sciarpelletti Gianluca Benedetti.

Dall'udienza - durata due ore e 15 minuti - è emerso che sono 82 le scatole di materiali raccolte in casa di Paolo Gabriele. Si tratta, ha riferito il capo della Gendarmeria Domenico Giani, di documentazione di vario genere, non solo carte riservate, ma anche materiali che sono stati ritenuti interessanti dagli inquirenti. Va ricordato in proposito che la requisitoria del promotore di giustizia, Nicola Picardi parlava di "tre oggetti a lui non appartenenti: 1) Un assegno bancario di Euro 100.000,00 (centomila/00) intestato a Santidad Papa Benedicto XVI, datato 26 marzo 2012, proveniente dall'Universitad Catolica San Antonio di Guadalupe; 2) Una pepita presunta d'oro, indirizzata a Sua Santità dal Signor Guido del Castillo, direttore dell'ARU di Lima (Perù); 3) Una cinquecentina dell'Eneide, traduzione di Annibal Caro stampata a Venezia nel 1581, dono a Sua Santità delle Famiglie di Pomezia".

I tempi del processo dovrebbero essere brevi. "Immaginiamo che abbiamo a disposizione quattro udienze la prossima settimana e potrebbero bastare", ha infatti detto stamattina il presidente del tribunale vaticano, Giuseppe Dalla Torre che ha fissato al prossimo 2 ottobre la prossima seduta che, ha detto, sarà dedicata all'interrogatorio dello stesso Gabriele e ad altre deposizioni.

Il tribunale ha comunque ampi poteri e può anche disporre nuovi atti istruttori. Se durante le udienze dovessero emergere nuovi fatti di reato, il tutto sarà rimesso al promotore di Giustizia che valuterà se iniziare un'azione penale. Non è escluso, ma per ora non previsto, che i magistrati possano ricevere le valutazioni della Commissione cardinalizia nominata dal Papa.

I testimoni previsti al momento sono otto. All'inizio della seduta odierna i giudici vaticani, infatti, hanno fatto l'elenco dei testimoni, senza precisare se sono stati chiesti dall'accusa o dalla difesa. E' prevista la testimonianza di mons. Gaenswein, di Cristina Cernetti, una delle quattro 'Memores Domini' (laiche consacrate di Comunione e liberazione) che servono il Papa in appartamento, e poi sei gendarmi vaticani.

Il processo è pubblico: ammesso un ristretto numero di giornalisti, ma niente telecamere né macchine fotografiche.

 

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