27/12/2014, 00.00
NEPAL
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Vescovo di Kathmandu: Un Paese che accoglie Cristo è un Paese più giusto

di Christopher Sharma
In occasione del Natale, i leader cristiani hanno celebrato insieme una funzione di preghiera. Presenti anche leader politici e membri della società civile. Il premier promette libertà di culto e protezione delle minoranze nella nuova costituzione. Vicario apostolico: "Cristo nasce per diminuire le differenze fra gli uomini, violenza e terrorismo vanno rifiutati e condannati".

Kathmandu (AsiaNews) - Un Paese che accoglie e rispetta Gesù "ottiene dignità e rispetto sul palcoscenico internazionale, perché dimostra di rispettare i valori della democrazia. Spiritualità e religione sono aspetti che migliorano lo status nazionale". Con queste parole il Vicario apostolico del Nepal, mons. Paul Simick, ha concluso il suo intervento durante una celebrazione ecumenica tenutasi a Kathmandu il giorno di Natale. Insieme al presule vi erano rappresentanti della politica e della società civile, oltre ai leader delle altre confessioni cristiane.

All'incontro erano presenti migliaia di cittadini, cristiani e indù. Nel suo discorso, mons. Simick ha ricordato l'aumento della disparità fra ricchi e poveri in Nepal e nel mondo: "Cristo è nato per ognuno di noi, e la sua missione è anche quella di diminuire le differenze fra gli esseri umani, che sono fratelli. Anche per questo dobbiamo rigettare violenza, discriminazione e terrorismo in tutto il mondo". Un pensiero è stato rivolto anche al massacro degli studenti di Peshawar per mano dei talebani pakistani: "Cose come questa semplicemente non devono succedere".

Il vescovo della congregazione delle Chiese dei credenti, Narayan Sharma, ha invece rivolto un appello ai cristiani del Nepal: "Non abbiate paura di predicare il lieto annuncio, non temete di raggiungere ogni persona con gli insegnamenti della Bibbia. Dio è qui con noi. Chi si sente vicino al messaggio cristiano, non si tiri indietro per paura: chi ha il coraggio di cambiare se stesso può cambiare il mondo".

Il riferimento è alla situazione religiosa del Paese, dove i cristiani sono ancora una piccola minoranza dopo anni di monarchia indù: le conversioni al cristianesimo non sono proibite, ma guardate ancora con molto sospetto dalla maggioranza della popolazione e da alcuni leader politici. Sull'argomento è intervenuto anche il primo ministro, Sushil Koirala, che nel suo messaggio di auguri per la comunità scrive: "Vi assicuriamo che, nella nuova Costituzione, i diritti dei cristiani e delle altre minoranze saranno tutelati".

Più caloroso il presidente del Parlamento, Subas Nemwang, presente all'incontro: "Sono sempre con i cristiani, e farò tutto il possibile per promuovere e proteggere i seguaci di Cristo nel nostro Paese". Il suo predecessore, Damannath Dhungana, ha concluso: "Possa Gesù nascere nell'animo di ciascuno. Possa nascere anche nell'animo dei nostri leader, dandogli la capacità di dare presto al Nepal una nuova Costituzione".

In Nepal vivono circa 150mila cristiani, di cui 8mila sono cattolici. Prima della caduta della monarchia (2006) l'induismo era religione di Stato e influenzava la vita di ogni cittadino. La proclamazione di uno Stato laico garantisce libertà religiosa, ma le minoranze - in particolare quella cristiana - subiscono ancora soprusi e minacce dalla comunità di maggioranza. La popolazione indù è spesso al centro di episodi di discriminazione, violenza contro le donne ed emarginazione dei più poveri. Non mancano inoltre le accuse - da parte di induisti e, talvolta, anche di buddisti - a cattolici e cristiani di convertire le persone con la forza o offrendo loro denaro.

 

 

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