24/12/2010, 00.00
MYANMAR
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Vescovo di Yangon: Cristo è riconciliazione con Dio e fra di noi

di Charles Bo*
Nel Natale Dio si unisce ai poveri e agli abbandonati. In Asia Dio è al primo posto; in Europa molti si vantano con orgoglio di non avere alcuna religione. Apprezzare le differenze di religione, cultura, partito è la via della pace. Le difficoltà dei cristiani a vedersi garantita la libertà religiosa.
Yangon (AsiaNews) – Questo è il Messaggio di Natale che l’arcivescovo di Yangon, mons. Charles Bo, ha diffuso attraverso Radio Veritas. Esso è stato proclamato in lingua birmana, kachin, Poe karen e Sakaw karen.
 
Carissimi ascoltatori,
 
sono l’arcivescovo Charles Bo di Yangon. Sono felice per questa grande opportunità, di poter inviare a voi il messaggio di Natale. Questo tempo sacro è meraviglioso e stupefacente non solo nelle nazioni all’estero, ma anche nella nostra città di Yangon.
Chiese, hotel, ristoranti, centri commerciali, supermarket e case sono decorate con brillanti luci di Natale. Ed è molto eccitante. Se guardiamo alle radici più profonde del Natale, vediamo che il santo nome di Gesù è vivo e non può essere nascosto. Per dirla in modo semplice, uno potrebbe domandarsi: Ma perché Cristo è nato?
 
Nel lontano passato, quando l’uomo ha peccato contro Dio e gli ha voltato le spalle, l’alleanza fra Dio e l’uomo è stata rotta. Ma Dio ha preso l’iniziativa per la riconciliazione.
 
Colui che è capace di riconciliare Dio e l’uomo deve essere insieme divino ed umano. Così, Dio ha mandato il suo unico Figlio, Gesù, per assumere la natura umana. Gesù è vero Dio e vero uomo. Egli è Dio, e ha preso un volto umano, nascendo come un escluso nella misera mangiatoia di Betlemme.
 
In tal modo egli si è unito ai poveri e agli abbandonati. Egli è davvero il Dio che ama i poveri e gli oppressi. Egli li comprende in profondità perché è molto vicino a loro.
Gesù è il Dio divenuto uomo. Dal primo momento della sua nascita fino alla terribile morte sul legno della croce il suo scopo è stato la “Riconciliazione”, E cioè portare la riconciliazione fra Dio e l’uomo, e fra uomo e uomo.
Nel nostro continente asiatico, la gente è devota e religiosa. Noi asiatici diamo a Dio il primo posto nella nostra vita. Invece, nelle società occidentali come l’Europa, molte persone tengono Dio fuori della loro vita. Talvolta, essi sono perfino orgogliosi e si vantano nel dire con egoismo: “Io non ho religione” o “Io non credo in nessun Dio”.
 
I molti colori dei gigli d’acqua rendono belle le acque del lago;
le forme diverse di alberi fanno bella la foresta;
le stelle brillanti fanno splendere il firmamento;
così Dio rende la nostra vita divina.
Solo se siamo spirituali e siamo intimi con Dio, solo quando lo preghiamo e abbiamo fiducia in lui, saremo capaci di riconciliarci davvero con Dio. Possiamo diventare amici di Dio.
 
Cari ascoltatori,
 
l’altro apsetto della riconciliazione è quella fra gli esseri umani. Oggi la gente vive in società multiculturali e multi religiose. Molte nazioni mantengono u sistema multipartitico. Per divenire amici gli uni degli altri, è essenziale accettare le differenze. Rispettare le differenze è un dovere.
 
Se non vediamo le differenze come una debolezza, e se no le prendiamo come una minaccia contro di noi, queste differenze possono diventare la nostra forza. Una persona indurita e dalla mente ristretta non potrà mai essere riconciliata. Se una persona guarda solo alla sua religione, alla sua cultura o partito, sottostimando quelli degli latri, o se una persona vede le differenze come una opposizione, la pace e la riconciliazione non potranno mai essere costruite.
 
Nl nostro mondo attuale non è possibile affermare che la mia religione è l’unica ad avere il diritto di vivere, o la mia cultura è la sola ad avere diritto di affermarsi. Se uno fa altrimenti, la pace delle nazioni e del mondo sarà in pericolo.
 
Nel nostro Paese, la Costituzione afferma con chiarezza che ogni cittadino ha diritto alla libertà religiosa e di culto. Ogni religione ha uguali diritti. E naturalmente, si sottolinea che ogni religione riceve uguale protezione. Ma in pratica, ciò è lontano dall’essere attuato. In alcune parti del Paese è molto difficile perfino costruire una piccola cappella per il culto. È strettamente proibito. A causa di irragionevoli lamentele da parte di personalità ristrette e gelose, spesso i cristiani sono ostacolati, anche se desiderano solo una vita semplice e pacifica. Non è forse la cosa più naturale per ogni fedele di qualunque religione vivere in pace nelle proprie rispettive società, celebrando la propria fede in luoghi di culto, come le chiese?
 
Non guardiamo le differenze come una debolezza o come una voce ostile, ma come una forza potenziale.
 
 
Alla nascita di Cristo, il canto celeste degli angeli è stato: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Chi ha la pace? Chi può possedere la pace? Solo gli uomini di buona volontà, E chi è una persona di buona volontà? Solo colui che accetta le differenze, solo colui che rispetta quelli di un’altra religione, di un’altra cultura, che ascolta con rispetto gli altri di differenti partiti: costui è un uomo di buona volontà.
 
Vi auguro che possiate tutti possedere la “pace” nei vostri cuori, nelle vostre famiglie e nel vostro Paese!
 
Felice Natale a tutti voi!
 
 
* Arcivescovo di Yangon
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