14/03/2020, 08.00
EAU - MEDIO ORIENTE
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Vicario d’Arabia: In Quaresima, digiuno e preghiera per le persone colpite da coronavirus

Mons. Hinder rivolge un pensiero a quanti combattono in prima linea la malattia e invita i fedeli ad aiutare le persone in difficoltà. Il virus non colpisce solo salute, ma anche società ed economie. Ma la nazione ha strutture “eccellenti” e vi è “vigilanza costante”. Il Covid-19 fa paura anche ai jihadisti dell’Isis. 

Abu Dhabi (AsiaNews) - Molte diocesi nel mondo “osservano giorni di preghiera e digiuno” per la fine dell’epidemia di nuovo coronavirus e, per questo, “vi esorto a rivolgere orazioni, digiuni e gesti di farti per quelli colpiti dalla pandemia”. È quanto sottolinea in una nuova lettera pastorale, inviata ad AsiaNews, mons. Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen), aggiungendo che i mercoledì di Quaresima “avranno questa intenzione”. Preghiamo, aggiunge, “per la saggezza” di quanti “combattono la malattia, la guarigione per quelli colpiti e protezione e sicurezza per tutti”. 

Il prelato invita i fedeli ad aiutare quanti sono in difficoltà, sociale ed economica, a causa della pandemia di Covid-19, che negli ultimi giorni si sta diffondendo in modo sensibile anche in Medio oriente. La speranza, prosegue, è quella di “riprendere preso le regolari celebrazioni e le attività” perché “siamo tutti, in un modo o nell’altro” in tutto il mondo “coinvolti” dal coronavirus. 

Gesti semplici e quotidiani come andare a messa o pregare in comunità “sono messe in dubbio” e le funzioni sono “ridotte in modo drastico o sospese”. La malattia non colpisce solo la salute pubblica, ma comporta un “bilancio pesante” anche sulle società e le economie incidendo “sulle nostre vite”. 

Mons. Hinder ricorda la fortuna di vivere in una nazione “con strutture mediche eccellenti” al servizio dei malati, con una “vigilanza costante” delle autorità in tutti i settori, fattore che “ha favorito una diffusione limitata dell’epidemia”. Tuttavia, prosegue, è necessario “mantenere alto il livello di prudenza” e prendere “tutte le precauzioni” per contrastare la circolazione del virus. 

Ai cittadini il compito di prendere tutte le misure di “prudenza e precauzione”, pur non dimenticando “la dimensione della fede” in questo momento di “crisi”, quando emerge “la fragilità umana” e “ci chiede di essere preparati a livello spirituale”. Mons. Hinder condivide il dolore di quanti non possono partecipare alle funzioni perché sospese o malati, ma aggiunge che “riprenderanno appena possibile”. Intanto per la Quaresima, la Settimana Santa e la Pasqua le messe “saranno disponibile sui media elettronici” e coglie l’occasione per invitare i fedeli a seguire quelle celebrate da Papa Francesco. 

Infine, mons. Hinder delinea alcune indicazioni - vecchie e nuove - per affrontare al meglio l’epidemia da coronavirus: stare a casa e non venire in chiesa se si è stati a contatto con persone positive per Covid-19 o se sottoposti a quarantena; se si è di rientro da Paesi considerati a rischio; per gli anziani e i malati, soggetti considerati in modo particolare a rischio. 

Intanto l’emergenza non conosce confini e inizia a preoccupare anche il gruppo jihadista dello Stato islamico (SI, ex Isis) che hanno delineato linee guida di comportamento per i propri miliziani in Siria e Iraq. Attraverso il canale di informazione al-Naba, legato ai fondamentalisti, e con una grafica che riprende le indicazioni tracciate in molti Paesi dell’Occidente, i leader elencano stili di comportamento delineati da Dio e dal profeta Maometto. Tra questi si invita al rispetto della distanza, a non entrare o uscire dalla terra del contagio, coprirsi la bocca e lavarsi le mani. 

Per quanto riguarda i contagi, ieri l’Arabia Saudita ha registrato 24 nuovi casi, fra cui 14 egiziani, per un totale di 86. La Turchia tre, per un totale di cinque. Altri 58 in Qatar, per un numero complessivo di infezioni pari a 320. In Siria non vi sono ancora casi ufficiali, ma le autorità di Damasco hanno disposto la chiusura delle scuole e il divieto di fumare il narghilè nei caffè. Infine l’Iran, che resta la nazione dell’area più colpita con 11363 contagi e 514 morti. 

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