06/10/2011, 00.00
ASIA - USA
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È morto Steve Jobs, buddista visionario che, pur ricco, amava il lavoro

Da sette anni era malato di cancro. Ha trasformato il mondo dei computer e della comunicazione. Possedeva sei miliardi di dollari, ma continuava a lavorare. Il senso della morte e della fragilità era la molla del suo impegno. Agli studenti di Stanford ha detto: Non accontentatevi.
San Francisco (AsiaNews/Agenzie) – Steve Jobs, l’uomo che con le sue invenzioni ha trasformato il mondo dei computer, della musica, dei cellulari, è morto ieri sera all’età di 56 anni per un cancro al pancreas, contro cui ha combattuto per sette anni. La notizia della sua morte ha fatto subito il giro del mondo e tutti i siti asiatici riportano in abbondanza servizi e foto sulla sua vita.

In una dichiarazione, la Apple - da lui fondata con Steve Wozniak nel 1976 – afferma che la sua “brillantezza, passione ed energia erano la fonte di innumerevoli innovazioni che arricchiscono e migliorano tutta la nostra vita”. Il presidente Usa Barack Obama lo ha definito “coraggioso a sufficienza per pensare in modo diverso; abbastanza deciso per credere di poter cambiare il mondo, e sufficientemente dotato per farlo… Il mondo ha perduto un visionario”.

Jobs era nato il 24 febbraio 1955, da una coppia di studenti universitari, Joanne Carole Schieble e Abdulfattah “John” Jandali, un immigrante siriano. Ma viene adottato da Clara e Paul Jobs, che gli danno il nome di Steve Paul Jobs.

Nel ’75 vara la Apple, che subisce alti e bassi, ma negli anni ’80 si afferma con i suoi computer con mouse e con un’iconografia facile da imparare per chiunque. Jobs diviene subito un miliardario. Nell’85 la Apple lo allontana, ma lo richiama nel ’97 e nel 2000 egli ritorna ad essere “chief executive” della compagnia.

Fra le sue invenzioni – mentre era lontano dalla Apple - vi è un nuovo modo di fare film di animazione (Pixar), ma è soprattutto con IPhone e IPad che egli incide rivoluzionando il mondo della comunicazione, trasformando il cellulare in un computer a portata di taschino.

Secondo Forbes, la ricchezza netta di Jobs si aggirava sui 6 miliardi di dollari. Eppure egli non ha mai smesso di lavorare e creare, anche combattendo contro il cancro negli ultimi anni.

Nel 2005, parlando all’inaugurazione dell’anno accademico della Stanford University, Jobs ha spiegato: “Il vostro lavoro è quello che riempie la maggior parte della vita; il solo modo per essere davvero soddisfatto è fare quello che voi pensate essere un grande lavoro. E il solo modo di fare un grande lavoro è di amare ciò che fate. Se non lo avete ancora trovato, cercatelo. Non accontentatevi”.

Discreto sulla sua vita e sempre controcorrente – coi suoi jeans e maglioni – Jobs si professava buddista. Alcuni anni fa, già segnato dalla malattia che l’avrebbe portato alla morte, ha spiegato che la molla per il suo impegno era il senso della morte. “Ricordare che presto dovrò morire è lo strumento più importante da me incontrato che mi aiuta a fare le grandi scelte della vita… Perché quasi tutto – tutte le aspettative, l’orgoglio, i timori, gli imbarazzi, i fallimenti – tutte queste cose cadono di fronte alla morte, lasciando solo ciò che è davvero importante”.
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