06/05/2025, 12.46
CAMBOGIA
Invia ad un amico

Quattro anni di carcere al dissidente e oppositore cambogiano Rong Chhun

di Steve Suwannarat

Il leader del Nation Power Party è una delle poche voci “libere” e critiche rimaste verso i vertici di Phnom Penh e il decennale potere degli Hun. I giudici lo hanno riconosciuto colpevole del reato di “istigazione”. Il suo “crimine” è aver difeso contadini dagli espropri terrieri e criticato le politiche governative. 

Phnom Penh (AsiaNews) - Rong Chhun, uno dei pochi dissidenti rimasti nel Paese a opporsi al pieno controllo del Partito popolare cambogiano (Ppc) al governo guidato da Hun Manet, è stato condannato ieri a quattro anni di carcere per “istigazione”. La sua “colpa” è di avere incontrato gli abitanti di alcuni villaggi coinvolti - con riflessi negativi - nei faraonici progetti di sviluppo, tra cui il nuovo aeroporto internazionale della capitale Phnom Penh. Il suo Nation Power Party (Npp) è l’unico gruppo politico di una certa consistenza e capacità di attrazione rimasto a contrastare il potere del Ppc e, per questo, i suoi esponenti sono colpiti da azioni giudiziarie e intimidazioni.

Le speranze suscitate due anni fa dal passaggio del testimone del potere tra Hun Sen, che lo deteneva di fatto da un quarantennio, e il figlio Hun Manet si sono finora rivelate illusorie. E se, sul piano internazionale, il premier ha segnalato una maggiore apertura rispetto allo stretto abbraccio col partner e vicino cinese, su quello interno il regime è rimasto intransigente. La leadership ha infatti continuato ad applicare una stretta censura sui mass media, repressione di voci discordi sui temi politici e sociali, unita a una gestione unilaterale delle risorse naturali e umane a favore delle sue élite. Al contempo la corruzione resta dilagante, come pure la criminalità transnazionale che gestisce lucrosi traffici, a partire dalle varie forme di criminalità informatica. 

In modo non dissimile dalla sorte toccata ad altri critici del potere assoluto della famiglia Hun e dei suoi associati, anche Rong Chhun è vittima dell’utilizzo strumentale della magistratura. Alla lettura della sentenza, il 56enne ex leader sindacale e oggi consigliere anziano del suo partito ha negato ogni addebito; egli ha poi confermato che il suo crimine sarebbe stato di avere postato su internet immagini prese durante gli incontri con esponenti delle comunità rurali costrette ad abbandonare le proprie terre e alcuni commenti. 

La sua vicenda conferma la volontà repressiva nei suoi confronti, ma anche la necessità propria e del suo partito di non volersi ritirare dall’impegno preso di sollecitare maggiore democrazia e giustizia. Per Rong è la seconda condanna in quattro anni, dopo quella che gli è costata una pena carceraria di due anni nel 2021. Inoltre, una condanna analoga a quella comminata a Rong Chhun era già stata inflitta nel 2023 a Sun Chanthy, presidente del Npp, partito erede del Cambodia National Rescue Party, bandito nel 2017 dopo essere stato privato dei suoi fondatori e leader, incarcerati o esiliati.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Phnom Penh: dopo Hun Manet premier, un posto da vice anche al fratello minore
23/02/2024 15:16
Phnom Penh: Hun Sen modifica la Costituzione per favorire la successione del figlio
28/07/2022 10:09
Phnom Penh: scontata la vittoria di Hun Sen, si attende la transizione al figlio
24/07/2023 14:49
Le elezioni farsa di Hun Sen: cambogiani al voto senza vere alternative
21/07/2023 11:07
I media di Phnom Penh accusano il figlio del premier di commercio illegale di legname
20/03/2023 13:47


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”