03/04/2006, 00.00
giovanni paolo ii - siria
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A Damasco tornano a risuonare le parole di Giovanni Paolo II per il dialogo

di Jihad Issa

Nelle cerimonie dei cristiani si rileggono i discorsi del viaggio del 2001. Il gran mufti ricorda la visita alla grande moschea. Anche Assad parla di dialogo fra le fedi.

Damasco (AsiaNews) – Sono tornate a risuonare a Damasco le parole che Giovanni Paolo II disse in Siria nel corso del suo viaggio del 2001, quando definì il Paese "tappa necessaria" del dialogo interreligioso. Nell'anniversario della morte ci sono stati, infatti, momenti di preghiera di cristiani durante i quali sono stati riletti i discorsi pronunciati allora dal Papa, e numerosi interventi di esponenti religiosi e dello stesso governo di Damasco.

Così, il vescovo greco-melkita, Isidore Batikha, che fu coordinatore della visita del Papa in Siria, ha ricordato ad AsiaNews alcuni momenti forti della storica visita, come il suo ingresso nella grande moschea degli Omayyadi, primo papa nella storia ad entrare, il 6 maggio, in un luogo sacro islamico, quando ha parlato del dialogo inter-religioso come tappa necessaria per la convivenza pacifica, e la visita nella cattedrale Al Mariamia, della chiesa greco-ortodossa, come centrale incontro ecumenico che ha confermato il cammino del dialogo, molto fiorente in Siria.

Lo stesso cheikh Ahmad El Hasoun, gran mufti della Siria, in una dichiarazione ad AsiaNews, ha "ringraziato Dio per il suo dono alla chiesa ed all'umanità di un uomo grande come Giovanni Paolo II".

Dal canto suo, il ministro all'informazione, Mouhsen Bilal, ha sostenuto la necessità di mostrare al mondo il vero volto della Siria come "Paese che aiuta ogni uomo", ripetendo le parole del defunto pontefice durante la visita del 2001: "la Siria ha una sua vocazione specifica di essere, come era sempre stata, terra d'incontro tra fedeli di tutte le religioni".

Di dialogo inter-religioso ha parlato anche il presidente Bachar el Assad, che sembra aver preso sul serio l'affermazione dei Fratelli musulmani di una loro vittoria in caso di libere elezioni. Ricevendo una delegazione delle Commissione delle Chiese statunitensi per la pace in Medio Oriente, Assad si è detto "favorevole a qualsiasi iniziativa, interna oppure esterna, che promuova la convivenza e il dialogo", sottolineando il ruolo che le religioni possono avere nel promuovere "moderazione e amicizia tra i cittadini, per combattere il terrorismo e il fondamentalismo,  che cercano di seminare l'odio al posto della tolleranza".

Il presidente siriano ha anche sostenuto che il suo governo è schierato a favore di qualsiasi iniziativa che mira a stabilire la pace nella regione, tormentata da molti anni ed ha ribadito il pieno rispetto per le risoluzioni dell'ONU che sono il fondamento per realizzare pace, sicurezza e stabilità.

 

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