02/02/2010, 00.00
PALESTINA-ISRAELE
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A Gaza sono a favore della pace con Israele e criticano la gestione di Hamas

E’ quanto evidenzia un sondaggio. Del tutto prioritario è considerato il superamento della divisione tra i palestinesi, più della ricostruzione di quanto è stato distrutto dagli israeliani. “Cattiva” appare la situazione economica, deteriorata sotto il governo del movimento islamico, i cui esponenti sarebbero poco votati se partecipassero alle elezioni presidenziali. Ma piace il divieto a uomini e donne di andare insieme in motocicletta.
Gerusalemme (AsiaNews) - La maggioranza degli abitanti della Striscia di Gaza (67%) è a favore di un accordo di pace con Israele, e pensa che quando i ragazzi saranno adulti è in vario modo possibile (52,8%) che ci sia una “pace definitiva” (ma un 36,5% in vario modo lo esclude). Fondamentale è superare l’attuale divisione tra la Cisgiordania e la Striscia, negativo (71,2%) il giudizio sulla decisione di Hamas di opporsi alle elezioni presidenziali e quello (57,7%) sulla gestione che il movimento ha avuto del potere.
 
Sono i dati più significativi che emergono dal più recente sondaggio compiuto dal Palestinian Center for Public Opinion (PCPO), un ente indipendente che dal 1994 studia l'opinione pubblica palestinese, diretto da Nabil Kukali, cristiano, che è anche professore alla Hebron University, in Cisgiordania.
 
L’indagine mostra intanto che per la grande maggioranza della popolazione la situazione economica della Striscia è “cattiva” (51,2%) o “mediocre (34,2) - “buona” solo per il 13,9% - il che preoccupa per la propria famiglia, in varia misura, il 75,7% degli intervistati. A generare timore sono la sicurezza (38,3%), il lavoro (23%), la sanità (16,2%) o, in genere, il futuro (22,5%). Si ritiene inoltre di godere in modo “scarso” (78,8%) dei diritti umani. Se si aprissero le frontiere, il 40,2% emigrerebbe. Ma è del tutto positivo (67%) il giudizio sul divieto imposto da Hamas a uomini e donne di andare insieme in motocicletta.
 
La “riunificazione” appare dunque del tutto fondamentale per la popolazione di Gaza: per il 48,2% è “priorità assoluta”, più della ricostruzione di ciò che è stato distrutto dagli israeliani (21,2%) e dell’apertura della frontiera (29%).
 
La responsabilità di non porvi fine è attribuita soprattutto ra entrambi (42,6%), ma più a Hamas (40,8%) che a Fatah (12,5). Il contrasto è ritenuto di natura politica (59,1%) più che religiosa (6,8%), ma c’è un 24% che lo ritiene dovuto a entrambi i fattori. Per porvi fine ci vorrebbero soprattutto “seri negoziati” (48,1%, ma c’è chi pensa al dover rifiutare “pressioni esterne” (23,6%).
 
Sorprende il giudizio della popolazione  su Hamas. Il 52,1% ritiene il movimento responsabile del peggioramento delle condizioni di vita seguito alla distruzione dei tunnel sotto il confine con l’Egitto, dei quali, peraltro, era il maggior beneficiario (49,7%), più del “popolo”, (26,4%) o del governo (15,3%). Per il 70,7% la situazione economica sotto il governo di Haniyeh è “deteriorata”, contro un 8,6% che la ritiene “migliorata” e il 18,6% che la giudica uguale. Il 75,3, inoltre, ne contesta la decisione contro la commemorazione di Arafat proposta dalla National Labor Corporation,
 
Se, poi, a candidarsi alla presidenza dell’Anp fossero Abbas e Haniyeh, il primo avrebbe il 45,3% delle preferenze, contro il 17,7%. Ma un 28,5% non andrebbe a votare.
 
E se comunque si votasse, il candidato prescelto sarebbe l’attuale presidente Mahmoud Abbas  (27%), seguito dal leader di Fatah in prigione in Israele, Marwan Barghouti (15,3%). Distanziati gli esponenti di Hamas, dall’ex premier Ismail Haniyeh (9,8%) a Khaled Mishal (2%).
 
 
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