22/05/2010, 00.00
SRI LANKA
Invia ad un amico

Almeno 20 morti e oltre 500mila sfollati per le inondazioni

di Melani Manel Perera
Intere zone sott’acqua, i profughi sono dovuti fuggire lasciando ogni loro avere. Mobilitati esercito e marina, allestiti campi profughi. L’impegno della Chiesa per accogliere e assistere gli sfollati. Molti sono critici verso un governo che non ha fatto nulla per prevenire inondazioni previste.

Colombo (AsiaNews) – Piogge torrenziali e vento negli ultimi giorni hanno causato disastrose inondazioni in parecchi distretti del Paese, con 20 morti e 513.586 persone di 118.888 famiglie sfollate, al 20 maggio. La Chiesa cattolica subito attiva per portare soccorsi.

Le acque hanno sommerso intere zone nei distretti più colpiti di Gampha,  Colombo e Kalutara, nella zona occidentale del Paese. Sono state distrutte 220 case e danneggiate 1.039 abitazioni, molte famiglie hanno perso ogni cosa sotto l’acqua e sono state alloggiate negli 81 campi profughi allestiti dal governo. A Kalutara i profughi sono 65.823, nel distretto di Colombo sono 154.121,nel Gampaha sono 194.770. Decisivo anche l’intervento della Chiesa, che ha accolto i senzatetto in chiese e parrocchie. A sua volta la marina cingalese ha inviato 23 gruppi di intervento della marina militare e 22 imbarcazioni per soccorrere la popolazione e oltre 2mila soldati.

Il governo si è organizzato per servire a tutti pasti caldi nei campi, ma anche razioni di cibo in polvere. Occorre ancora predisporre un piano sanitario adeguato.

La Caritas è impegnata in prima persona negli aiuti, con interventi diretti e coordinando i molti gruppi religiosi che ospitano le vittime in scuole, chiese e campi profughi  improvvisati, provvedendo anche a dare loro pasti e assistenza sanitaria, con una presenza capillare sul territorio.

La Caritas Colombo-Seth Sarana ha anche raccolto circa 500mila rupie per gli aiuti.

I fedeli dell’intera arcidiocesi di Colombo hanno risposto alla richiesta dell’arcivescovo mons. Ranjith di accogliere i profughi in chiese, centri parrocchiali e altri locali e di preparare e servire loro i pasti.

Circa 200 famiglie sono alloggiate presso la Scuola primaria del Convento di Maria Immacolata (Nimala Maria Balia Viddyalaya), vicino la chiesa parrocchiale Budella, e nella Scuola Santa Maria a Jaela. Gli sfollati provengono dalla parte bassa del villaggio Ma-eliya e dalla zona del canale Ja-ela. Padre Shantha Sagara Hettiarchchi spiega ad AsiaNews che per accogliere i profughi ha dovuto cancellare le celebrazioni per la festa della chiesa di Ma-eliya, che sarebbero iniziate questa domenica. Alle vittime sono dati 3 pasti caldi al giorno, cucinati da membri della comunità del Sacro Cuore e dagli sfollati stessi. Un grande aiuto è venuto dai parrocchiani con donazioni di cibo.

L’aiuto reciproco e la disponibilità sono essenziali per superare le continue difficoltà in questi campi-profughi improvvisati: le donne hanno con difficoltà la necessaria intimità per lavarsi e andare in bagno.

I profughi provengono dai villaggi rurali di Sudu Walla e Delatura, sono qui dal 18 maggio portando con loro 150 anziani e 100 bambini.

Molte famiglie si sono dovute separare. Udeni Chamila, 27 anni con 2 figli piccoli, spiega che il marito è rimasto al villaggio, per proteggere la casa dalle acque e dai furti.

Tra i profughi c’è molta tristezza e anche ira, perché, come dice Sunil Shantha, di 33 anni, hanno perso ogni cosa, anche il poco che serve per vivere.

Sunil spiega che è adirato contro il governo, perché si preoccupa di realizzare grandi e costose opere pubbliche, autostrade e altro, ma non si preoccupa della popolazione più povera. Dice che l’inondazione era del tutto prevedibile, perché il suo villaggio era già stato allagato nel 2008 e lui era dovuto fuggire per un mese in un campo profughi. Da allora non sono stati potenziati i due canali che corrono intorno all’abitato e che si erano dimostrati insufficienti.

Mons Ranjith ha rivolto un appello ai fedeli dell’arcidiocesi di Colombo perché inviino alimentari e generi di conforto ai profughi, tramite la Caritas Seth Sarana presso il Palazzo arcivescovile.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Dopo l’inondazione, alto il rischio di malattie infettive ed epidemie
24/05/2010
Alluvioni in Pakistan, per ricostruire occorrono miliardi di euro
09/08/2010
Vivere da profughi con 250 grammi di riso al giorno
24/02/2010
Caritas Thailandia, una casa per 120mila rifugiati birmani
20/05/2015
Cox’s Bazar, droga e microcriminalità per i giovani Rohingya in attesa del rimpatrio
04/07/2019 12:07


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”