13/12/2021, 13.12
THAILANDIA
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Ambiente, migliaia in piazza a Bangkok contro il progetto industriale di Chana

di Steve Suwannarat

Il mega-intervento sostenuto da Prayut Chan-ocha mira a realizzare una "smart city" con infrastrutture portuali in un'area del sud dove oggi vivono 30mila agricoltori e pescatori. Dietro alle proteste anche i risentimenti delle province meridionali a maggioranza musulmana che accusano Bangkok di portare avanti politiche coloniali sui loro territori.

Bangkok (AsiaNews) - Migliaia di persone sono tornate in piazza oggi a Bangkok, questa volta guidate dai rappresentanti delle organizzazioni ambientaliste e dai gruppi civici locali che si oppongono al progetto di sviluppo industriale di Chana, presso la città meridionale di Songkhla. Un'iniziativa che arriva mentre il premier, l’ex generale Prayut Chan-ocha sta pianificando la riapertura del confine con la Malaysia in vista delle festività di fine anno per rilanciare il turismo frontaliero ma anche altri scambi essenziali al Paese.

La protesta, formata in gran parte da persone arrivate nella notte dal sud, intende presentare le proprie ragioni alla sede delle Nazioni Unite per poi dirigersi verso la non lontana sede dell’esecutivo. Anticipando la manifestazione, la polizia ha isolato l’area con barricate, posizionando anche reparti anti-sommossa. Ad attivare l’iniziativa sono state le mancate risposte alla richiesta di una sospensione temporanea del progetto in attesa del completamento della verifica di sostenibilità. I ministri coinvolti hanno indetto oggi un incontro e chiesto ai manifestanti di non radunarsi nelle aree previste, sottolineando il rischio di contagio da Covid-19.

Approvato nel maggio 2019 come ultima decisione della giunta militare al potere dal golpe del maggio 2014, il progetto di Chana prevede lo sviluppo industriale di un’area di 2.560 ettari in un territorio abitato oggi da 30mila persone, perlopiù pescatori o piccoli agricoltori. A Chana le autorità puntano a impiegare in futuro 100mila lavoratori costruendo una smart city dotata di impianti energetici, infrastrutture portuali e industrie leggere. Ma le contestazioni vengono da lontano e portano con sé, oltre ai legittimi dubbi sull’utilità di questo mega-progetto industriale, l'insoddisfazione di un'area che nei decenni passati ha beneficiato ben poco degli interventi governativi. L'accusa a Bangkok è di portare avanti politiche coloniali verso una regione che include quattro province a maggioranza musulmana prossime come fede, costumi e lingua alla Malaysia.

Una precedente protesta, il 6 dicembre, aveva portato all’arresto secondo la legge d’emergenza di 37 anziani provenienti dai villaggi dove dovrebbe sorgere il complesso. Rilasciati il giorno  successivo, anche per pressioni della rappresentanza Onu, il loro arresto ha provocato risentimento e rafforzato la volontà di fermare il progetto.

 

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