06/11/2006, 00.00
Thailandia
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Ancora violenze nel sud della Thailandia

di Weena Kowitwanij

Una bomba uccide due militari e nel ferisce altri tre. Nella zona, manifestanti musulmani avevano ottenuto l'allontanamento dal loro villaggio di agenti della Polizia di frontiera.

Yala (AsiaNews) – Una bomba che nel sud della Thailandia ha ucciso oggi due militari e ne ha feriti altri tre conferma le difficoltà che incontra il processo di pacificazione delle regioni meridionali del Paese, definito prioritario dal governo emerso dal colpo di Stato militare.

L'esplosione è avvenuta sulla strada n.410 Baetong-Yala, a Bajor, poco dopo che era stato raggiunto un accordo con circa 300 manifestanti musulmani, per lo più donne e bambini, per l'allontanamento di una quarantina di agenti della Polizia di frontiera, che vi avevano la loro base 3201. Tutti color che sono stati coinvolti nell'esplosione facevano parte del gruppo che aveva condotto i negoziati.

I manifestanti, numerosi dei quali indossavano veli neri, si erano radunati davanti alla Baan Bajaw School, che è stata incendiata due giorni fa, per impedire ai funzionari governativi di svolgervi le loro indagini. La protesta traeva origine dal ferimento a morte di Isma Sama, un loro vicino, avvenuta dopo che suo figlio Abdulau, sospettato di essere un rivoltoso, era stato liberato. I protestanti erano convinti che Isma era stato ucciso dagli agenti di frontiera responsabili della zona e ne chiedevano il trasferimento.

Karun  Supakitnilaekakarn, assistente governatore di Yala ha sostenuto che "stavamo tentando di creare comprensione e di garantire fiducia agli abitanti per aiutare a risolvere il problema. Ho promesso loro di assicurare giustizia alla vittima con il loro aiuto nell'avvalorare l'informazione. Lo spostamento degli agenti di frontiera è stato concesso per evitare l'espandersi della protesta".

Chuan  Leakpai, presidente del Partito democratico, maggioritario nel sud, ha messo in guardia il governo "ad essere cauto nel ritirare le accuse nei 92 casi della strage di Takbai che debbono essere basate sulla legge (chi ha sbagliato deve essere punito) così come la legge thai va applicata verso tutti i tailandesi, indipendentemente dalla loro religione. Altrimenti, nel futuro anche i buddisti potrebbero chiedere di ritirare ugualmente le accuse nei loro confronti".

Ma per il comandante dell'esercito, Sondhi Boonyartakalin, "siamo nella giusta direzione". "Episodi sporadici di violenza – ha spiegato, incontrando i giornalisti – capitano, perché alcuni giovani musulmani non hanno ancora capito bene il messaggio. Ma sono convinto che la situazione migliorerà gradualmente".

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