04/07/2006, 00.00
India
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Andra Pradesh, l'attacco alle suore di madre Teresa "nato per motivi politici"

di Nirmala Carvalho

L'arcivescovo di Hyderabad accusa gli estremisti indù di aver cercato false accuse contro le religiose per far cadere il primo ministro, cristiano, ed il suo governo. Nuovi particolari sull'attacco e sul sequestro.

Hyderabad (AsiaNews) – "Ha una chiara connotazione politica" l'attacco contro le quattro suore di madre Teresa in Andra Pradesh. Lo spiega l'arcivescovo di Hyderabad, mons. Marampudi Joji, commentando ad  AsiaNews la violenza, il sequestro e le false accuse mosse il 25 giugno scorso da una folla di estremisti indù contro quattro Missionarie della carità in visita ad un ospedale governativo.

"Attribuisco la responsabilità dell'evento - dice mons. Joji - ai fondamentalisti indù, che con questo gesto sperano di screditare l'attuale governo in vista delle prossime elezioni statali e tornare così al potere". "I fondamentalisti - aggiunge - agitano lo spauracchio delle conversioni per screditare il primo ministro, che è cristiano e far cadere il suo governo".

Le Missionarie della carità hanno iniziato il loro apostolato a Tirupati, famosa città santuario indù che si trova nel distretto di Chittoor, diocesi di Cuddapah, nel 1986. Le religiose gestiscono il Nirmala Sadan, casa di accoglienza per orfani ed indigenti. La dirigenza dell'ospedale governativo di Ruia le ha invitate a visitare i pazienti ed a prendersi cura dei morenti, degli orfani e degli anziani.

I malati di Aids o gli affetti dal virus dell'Hiv, ricoverati nello stesso ospedale, sono stati affidati alle cure delle suore. Vi sono diversi accordi scritti, firmati dai dirigenti dell'ospedale e dalle religiose, che regolano il sostegno reciproco mirato alla cura dei pazienti. Molto spesso sono proprio i dirigenti a chiedere alle suore di accogliere nella loro casa i bambini nati con delle anomalie o gli anziani abbandonati all'interno dell'ospedale.

Come di consueto, il pomeriggio del 25 giugno quattro religiose – suor Maria Julia, suor Chriselda, suor Emma Felesia e suor Reena Francis – vanno in ospedale per visitare i pazienti poveri. Due di loro si recano nell'ala di ortopedia, mentre le altre vanno a visitare i sieropositivi. Le prime due religiose stanno consolando un ragazzo che ha avuto in incidente quando un uomo le ferma ed inizia ad interrogarle sui loro gesti e sullo scopo della visita. Mentre le suore rispondono, si avvicina una folla composta da circa 40 persone, compresi giornalisti e teleoperatori, che le accusa di voler evangelizzare e convertire i pazienti e soprattutto i moribondi.

Subito dopo, i primi agitatori le portano nell'edificio centrale dell'ospedale, mentre la folla cresce fino a raggiungere circa 300 persone: sono tutti membri del Bharatia Janata Party [Bjp, maggior Partito politico indiano di impronta nazionalista-fondamentalist ndr] e dell'Hindu Dharma Parirakshana Samithi [Gruppo per la difesa della religione indù ndr].

Nello stesso tempo, le altre due religiose escono dal padiglione e si avvicinano all'edificio centrale, sorprese dalla folla riunita attorno alle consorelle: vengono prese e messe al centro anche loro. Gli indù non permettono alle suore di lasciare l'ospedale, né di contattare la loro Superiora: aprono le loro borse per cercare il "materiale religioso" con cui dovrebbero fare proselitismo, ma trovano solo il libretto personale delle preghiere.

La folla le trattiene nell'ospedale per due ore, continuando ad offenderle. I più feroci minacciano di strappare il loro sari bianco ed azzurro – simbolo di carità in tutto il mondo, anche non cristiano – e costringerle ad indossare vesti color zafferano, simbolo dell'induismo. Altri propongono di portarle sulla collina di Tirumala, il santuario più importante della città, e lì farle adorare il pantheon della loro religione.

Nel frattempo, alcuni dirigenti dell'ospedale accompagnati dai leader locali del Bjp girano per le camere ed ottengono da tre malati delle false dichiarazioni in cui affermano che le religiose hanno cercato di convertirli: anche due infermiere si prestano alla menzogna. Queste "prove" vengono consegnate alla polizia, che arriva in ospedale solo alle otto di sera: gli agenti trattano le quattro Missionarie della carità come delle criminali, le accusano di proselitismo e le portano alla stazione di polizia di Alipiri. Alle dieci e mezzo di sera vengono liberate grazie all'intervento dell'arcivescovo di Hyderabad, mons. Marampudi Joji, che chiama il primo ministro e gli chiede di aiutare le religiose.

La mattina dopo, lo stesso presule indice una conferenza stampa a cui partecipa anche la Federazione cristiana dell'Andra Pradesh, corpo ecumenico che riunisce le denominazioni cristiane dello Stato, e condanna duramente l'attacco e le false accuse mosse contro le suore. Il deciso intervento dell'arcivescovo e dell'Unione delle comunità cristiana spingono le autorità a far cadere le accuse contro le quattro suore di madre Teresa e ad aprire un'indagine contro gli istigatori dell'attacco. Le religiose sono state invitate a tornare al loro apostolato.

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