08/11/2014, 00.00
HONG KONG-CINA
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Artisti e scrittori e a sostegno di Occupy. La Cina li censura e invoca "sicurezza"

di Paul Wang
Cantanti, attori e registi sostengono i giovani che occupano le vie centrali dell'isola, rischiando di perdere introiti dal mercato cinese dell'intrattenimento. In Cina sono bandite le loro foto e i loro interventi negli spettacoli. Accademici cinesi affermano che Occupy mette a rischio la "sicurezza nazionale", facendo temere un intervento dell'esercito.

Hong Kong (AsiaNews) - Attori, cantanti pop, registi e scrittori che si mostrano vicini al movimento di Occupy  rischiano di essere emarginati dal ricco mercato cinese. Essi vogliono difendere la richiesta di vera democrazia, accettando anche il "suicidio" della carriera.

La cantante pop Denise Ho (a sin. nella foto) da oltre un mese si mostra insieme agli studenti che occupano Harcourt Road e Admiralty. A chi le fa notare che questo è "un suicidio", risponde: "Gli studenti stanno lottando per una democrazia genuina, quello per cui Hong Kong ha lottato per tanti anni. Come adulti noi dobbiamo lottare per loro".

Secondo il South China Morning Post, i guadagni di Denise Ho vengono per l'80% dal mercato cinese. Ma per la cantante è chiaro che "la prima priorità non è il denaro o la fama... E se perdo il successo materialistico, va bene così". Il suo futuro - confessa - potrebbe essere il guadagnarsi da vivere aprendo un caffè o un'azienda agricola. "Alla fine - dice - ora sono felice di stare con gli studenti e con questo pubblico".

Denise Ho si è esibita in un concerto ad Admiralty con il musicista Anthony Wong Yiu-ming (al centro nella foto) e l'attrice Deanie Ip e per questo ora subiscono la censura in Cina.

Anche attori come Anthony Wong Chau-sang, Chapman To Man-chak (a destra nella foto) e il grande Chow Yun-fat si sono mostrati vicini al movimento democratico. In un editoriale della Xinhua, essi sono definiti "traditori della patria". I loro nomi e le loro foto vengono cancellati dai cartelloni pubblicitari dei film, mentre giornali e stazioni televisive sono costretti a eliminare dagli spettacoli la loro presenza.

Chow, che ha da poco terminato un film che deve essere lanciato in Cina, ha detto che non gli interessa guadagnare meno soldi e contrariare il governo cinese con la sua simpatia verso i giovani che lottano per la democrazia.

L'atteggiamento di questi attori e cantanti rappresenta una novità nel mondo dello spettacolo, dove di norma, fa molta gola il mercato cinese, che raccoglie miliardi di dollari Usa all'anno ed è in continua crescita. Per questo, molto spesso le persone dello spettacolo hanno solo due possibilità: o stare zitti, o dire cose che piacciono alla Cina.

Anche in questo caso vi sono personalità come l'attore di kung-fu Jackie Chan o il regista  Wong Jing che si sono subito schierati a favore di Pechino, contro i giovani di Hong Kong.

L'impegno per la democrazia di attori e cantanti di Hong Kong non è nuovo. Nel 1989, alcuni cantanti, come Anita Mui, hanno fatto un concerto di 12 ore per raccogliere fondi da usare a sostegno dei giovani che erano radunati in piazza Tiananmen. Ma allora il mercato cinese non esisteva quasi.

A fare da contrasto con segni simili di libertà e impegno civile, vi sono le dichiarazioni di alcuni accademici cinesi, secondo cui le proteste dei giovani hanno paralizzato parti della città e hanno messo sottosopra l'ordine sociale, indebolendo lo stato di diritto e la sicurezza del territorio."La sicurezza di Hong Kong - essi dicono - è cruciale e determinante per la sicurezza nazionale della Cina, che è il Paese sovrano di Hong Kong".

Il richiamo alla "sicurezza nazionale" fa temere che nella leadership cinese vi sia chi pensa a un intervento dell'esercito per riportare l'ordine di Pechino nella ex colonia.

 

 

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