10/01/2014, 00.00
SIRIA
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Assad sfrutta la lotta intestina fra i ribelli e tenta la riconquista di Homs

Dopo Aleppo l'esercito inizia raid aerei contro la storica roccaforte dei ribelli. Da ieri almeno 37 miliziani sono stati uccisi dai militari. A rischio migliaia di civili intrappolati sui due fronti. Lo scontro fra ribelli siriani e al-Qaeda spinge Washington a riconsiderare l'invio di aiuti militari non letali all'opposizione.

Damasco (AsiaNewss/ Agenzie) - L'esercito siriano sfrutta lo scontro fra ribelli siriani e jihadisti e lancia una pesante offensiva per riconquistare Homs, da oltre un anno nelle mani dell'opposizione armata. Nei bombardamenti sono morti almeno 37 terroristi secondo l'agenzia di Stato Sana, mentre per l'Osservatorio siriano per i diritti umani sarebbero oltre 50. In questa situazione migliaia di civili sono intrappolati sui due fronti e per gli attivisti vi è un nuovo rischio di carestia dopo quella che ha colpito la città lo scorso ottobre 2013.

Dopo Raqqa e la provincia di Aleppo, lo scontro fra la coalizione dei ribelli siriani e gli estremisti dello Stato islamico dell'Iraq e del levante (Isil) giunge anche ad Hama, provincia da cui partì nel 2011 la rivolta contro Bashar al-Assad. Questa mattina un'autobomba è esplosa vicino a una scuola nel villaggio di al-Kaffat, uccidendo almeno 18 persone, quasi tutti civili. Ieri i gruppi ribelli "moderati" hanno messo sotto assedio la città di al-Dana, una delle roccaforti dell'Isil nella provincia di Idlib.

Il nuovo fronte di guerra interno all'opposizione anti-Assad sta facendo il gioco del regime che ha allargato la sua controffensiva da Aleppo ad Hama fino ai sobborghi di Damasco. Dopo i bombardamenti con missili Scud e "bombe barile" lanciati sulla seconda città della Siria, costati la vita a oltre 700 persone, ieri l'esercito ha ripreso i raid aerei lanciando bombe e missili contro il quartiere di Sheikh Maqsud (Aleppo) controllato dai ribelli.  

Per evitare una dissoluzione dell'opposizione, che segnerebbe una vittoria di Assad, gli Stati Uniti stanno valutando se riavviare gli aiuti militari non letali congelati lo scorso 11 dicembre per evitare di rafforzare i miliziani di al-Qaeda.  Il New York Times riporta  il parere di un funzionario del governo, anonimo, che ammette che i ribelli stanno dimostrando di essere più moderati e le paure e i dubbi dei mesi scorsi sono in parte rientrati con l'offensiva lanciata contro l'Isil. Il destinatario finale degli aiuti sarà comunque il Consiglio supremo militare (Smc), che insieme Consiglio nazionale siriano, è l'unico organo realmente moderato dell'opposizione, ma in questi giorni sta agendo insieme al Fronte islamico per cacciare al-Qaeda dalla Siria.

 

 

 

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