10/03/2007, 00.00
IRAQ
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Baghdad: “non interferite” negli affari iracheni appoggiando il terrorismo

Al via l’attesa Conferenza internazionale sulla sicurezza in Iraq, che vede allo stesso tavolo Iran, Siria e Stati Uniti. Il premier al-Maliki preme per una posizione “chiara” contro il terrorismo nel Paese. Grandi aspettative per la conclusione dei lavori, ma anche molti i fattori di attrito tra i partecipanti.

Baghdad (AsiaNews) – Una posizione chiara contro il terrorismo e l’impegno a non interferire negli affari interni iracheni. Sono le richieste che il premier iracheno Nouri al-Maliki ha rivolto ai partecipanti dell’attesa Conferenza internazionale sulla sicurezza in Iraq, in corso oggi a Baghdad. Il primo ministro ha aperto la una sessione pubblica dell’incontro, a cui seguiranno lavori a porte chiuse. Le aspettative sono alte, come pure il rischio che l’appuntamento di oggi, a cui prendono parte storici rivali come Usa, Iran e Siria, finisca con un nulla di fatto.

 Alla Conferenza - in un centro congressi annesso alla sede del ministero degli Esteri, nelle cui vicinanze sono già avvenute due deflagrazioni - hanno aderito tutti i Paesi della regione (Iran, Siria,Turchia, Giordania, Arabia Saudita, Kuwait ed Egitto); i 5 membri del Consiglio di sicurezza Onu (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) e rappresentanti di Lega Araba e Organizzazione della Conferenza islamica.

“Chiediamo a tutti di prendersi una responsabilità morale adottando una posizione forte e chiara contro il terrorismo in Iraq, cooperando per sconfiggere le forze del terrore – ha dichiarato il premier al Maliki nel suo intervento - esigiamo che gli stati regionali e internazionali evitino di interferire o influenzare le vicende irachene sostenendo una data setta, etnia o partito”. Da tempo gli Stati Uniti accusano Siria e Iran di fomentare le violenze in Iraq sostenendo le milizie a loro più vicine. Da quasi 30 anni Washington non ha più rapporti diplomatici con Teheran, mentre molto tesi sono quelli con Damasco. Ieri il presidente George W. Bush, durante la sua visita ufficiale in Brasile, ha esortato i due governi mediorientali ad “aiutare” la “giovane democrazia” dell'Iraq.

 Secondo analisti tutto si gioca sulle reali intenzioni di Iran e Stati Uniti di trovare un terreno comune di collaborazione. L’ambasciatore Usa in Iraq, Zalmay Khalizad, ha detto che priorità in qualsiasi colloquio con Teheran sarà la questione della fornitura di armamenti ai militanti iracheni. Dal canto suo il regime iraniano, partecipando alla Conferenza, spera di alleggerire le pressioni internazionali volte ad ostacolare lo sviluppo del suo programma nucleare.

Altre tensioni potrebbero sorgere con la Turchia, fortemente contraria al referendum che entro il 2007 potrebbe vedere Kirkuk, la città ricca di petrolio, annessa al Kurdistan. Mentre il Segretario della Lega Araba, Amr Mussa, ha già dichiarato di volere un calendario per il ritiro delle truppe Usa, lo scioglimento di tutte le milizie e il mantenimento di un Iraq unito.

 

 

 

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