24/06/2021, 13.33
THAILANDIA
Invia ad un amico

Bangkok, centinaia in piazza per le dimissioni del premier Prayuth

Oggi si celebra la fine della monarchia assoluta con la “Rivoluzione siamese” del 24 giugno 1932. I dimostranti chiedono riforme costituzionali, la rimozione dei 250 parlamentari di nomina miliare e la cacciata del primo ministro. Oltre alla capitale previste manifestazioni a Chiang Mai e nella provincia meridionale di Nakhon Si Thammarat. 

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - Celebrare la fine della monarchia assoluta in occasione della “Rivoluzione siamese” del 24 giugno 1932, rivolta pacifica che ha portato alla monarchia costituzionale, per chiedere oggi le dimissioni del premier Prayuth Chan-ocha. Per questo stamane centinaia di manifestanti sono scesi in piazza per le strade di Bangkok, capitale della Thailandia, sotto lo sguardo vigile della polizia in assetto anti-sommossa e pronta a intervenire in caso di disordini o assembramenti. 

I dimostranti hanno sfilato per Bangkok, rilanciando a gran voce tre richieste: riforme costituzionali, la rimozione di 250 parlamentari di nomina militare (una sorta di “salvagente” politico per il leader golpista) e le dimissioni del primo ministro, anch’egli ex alto ufficiale. Fra gli slogan più gettonati dai manifestanti, che sventolavano bandiere bianche e rosse simbolo della rivoluzione pacifica del 1932, il grido a gran voce “Prayuth, vattene!”. 

Un anno fa decine di migliaia di persone avevano marciato facendo tremare l’establishment del regno, soprattutto con la richiesta di limitare i poteri della monarchia. Tuttavia, nei mesi successivi il movimento è andato ridimensionandosi. Soprattutto nel 2021, in concomitanza con l’aumento di casi di Covid-19, che hanno sfiorato quota 230mila, con 1.744 le vittime totali. Per contenere la protesta le autorità hanno compiuto decine di arresti e incriminato i vertici del movimento con capi di accusa multipli, fra i quali diffamazione e lesa maestà. 

Questa mattina, rivolgendosi alla folla, il leader democratico Jatupat “Pai Daodin” Boonpattararaksa ha ricordato che “la Costituzione deriva dal popolo” e “in 89 anni, tanto è passato dalla fine dell’assolutismo, nulla è cambiato”. In risposta, le forze anti-sommossa hanno ricordato il rispetto delle norme anti-Covid e il divieto di assembramento, avvertendo che “chiunque viola la legge durante le proteste dovrà subire azioni legali”. 

A Prayuth viene imputata l’incapacità di gestire l’emergenza sanitaria innescata dalla pandemia di Covid-19 e l’aggravarsi della crisi economica, oltre al mancato reintegro del processo democratico dopo il colpo di Stato militare che lo ha condotto al potere nel 2014. Una Costituzione filo-militare e un Parlamento nominato dalle Forze armate ha permesso al premier di rimanere in carica nelle (contestate) elezioni di due anni fa.

Oltre a Bangkok, sono previste proteste nella città turistica settentrionale di Chiang Mai e nella provincia  meridionale di Nakhon Si Thammarat. “La pressione pubblica è palpabile, in aumento e la gente vuole risposte” ha affermato Thitinan Pongsudhirak, politologo presso la Chulalongkorn University e direttore dell’Istituto di sicurezza e studi internazionali. Tuttavia, con l’esercito e il palazzo che continuano a sostenere Prayuth è ”difficile vedere come possa essere rimosso”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Bangkok: i manifestanti pro-democrazia chiedono a Berlino di indagare sul re
27/10/2020 08:47
Bangkok, ultimatum dei manifestanti pro-democrazia: Via il premier o alzeremo la posta
22/10/2020 09:01
Bangkok, il governo revoca lo stato di emergenza
18/03/2014
Bangkok: sempre più deboli le proteste dei giovani democratici
30/03/2021 13:57
Bangkok, il Parlamento respinge le richieste del movimento democratico
18/11/2020 14:42


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”