09/09/2022, 13.52
THAILANDIA
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Bangkok: aziende in tribunale contro attiviste per i diritti umani

di Steve Suwannarat

Sta diventando comune denunciare per diffamazione quanti denunciano abusi. Tre donne rischiano fino a due anni di carcere. L'udienza sul loro rinvio a giudizio è prevista settimana prossima.

Bangkok (AsiaNews) - Il 12 settembre è prevista una decisione sull’accoglienza o meno di una causa di diffamazione intentata dalla Thammakaset Company, azienda produttrice di pollame e derivati, contro tre note attiviste per i diritti umani thailandesi. Dopo l’udienza preliminare del 31 maggio scorso il Tribunale penale di Bangkok Sud si pronuncerà sul rinvio a giudizio delle donne. È l’ennesimo caso di questo tipo in cui si risponde con una causa legale a campagne per i diritti dei lavoratori, dei consumatori, degli immigrati o di pratiche ritenute abitualmente pericolose o illegali. Le ragioni dell’accanimento sarebbero i post e i video ripresi e rilanciati su Twitter dalle tre attiviste che hanno espresso solidarietà verso i difensori dei diritti umani a loro volta criticati o accusati dall’azienda.

Le denunce di diffamazione sono 28, in base agli articoli 326 e 328 del Codice penale. Tra queste, due sono rivolte contro Angkana  Neelapaijit, già Commissaria nazionale per i diritti umani e parte del Gruppo operativo delle Nazioni unite sulle scomparse forzate o involontarie; 21 sono state redatte contro la specialista per i diritti umani dell’organizzazione Fortify Rights, Puttanee Kangkun, e infine altre cinque contro l’ex associata alle comunicazioni della stessa organizzazione, Thanaporn Saleephol.

Le accuse si basano sulla diffusione di un video di Fortify Rights che altri tribunali hanno già giudicato “non diffamatorio”. Se le tre donne dovessero essere considerate colpevoli, ciascuna rischia fino a due anni di carcere e una multa di 5.700 dollari. La Community Resources Foundation, che si occupa della loro tutela legale, ha chiesto il ritiro delle accuse e l’impossibilità di ripresentarle in base all’articolo 161/1 del Codice di procedura penale thailandese.

Contro Angkana Neelapaijit è già in corso un altro processo per una causa intentata dalla stessa Thammakaset, con la prima udienza prevista per il 14 marzo 2023. Dal 2016 a oggi l’azienda ha intentato almeno 37 azioni legali contro 22 attivisti per i diritti umani, in maggioranza già assolti.

La vicenda mostra ancora una volta il costante contrasto tra le leggi a tutela della libertà di informazione e di espressione in accordo con gli impegni internazionali presi dal Paese e quelle poste a tutela di interessi economici e di immagine.

Come ricorda Amy Smith, direttrice esecutiva di Fortify Rights, “depenalizzare la diffamazione in Thailandia è una misura che ridurrebbe significativamente gli attacchi pretestuosi contro i difensori dei diritti umani e mostrerebbe il genuino impegno della Thailandia a garantire gli impegni presi a riguardo”. 

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