13/11/2023, 15.02
THAILANDIA - CINA
Invia ad un amico

Bangkok: pattugliamenti con la polizia cinese per favorire il ritorno dei turisti

Il governo guidato da Srettha Thavisin ha comunicato di aver avviato colloqui con le autorità di Pechino. Sono stati però subito espressi timori per un'eventuale perdita di sovranità e sono stati citati gli esempi delle stazioni di polizia cinesi all'estero indagate lo scorso anno in oltre 50 Paesi nel mondo. Rispetto agli 11 milioni di turisti cinesi del 2019, quest'anno ne sono arrivati solo 2,8 milioni.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - La Thailandia sta prendendo in considerazione di reclutare personale di polizia cinese da inserire in alcune delle mete turistiche più popolari per aumentare la fiducia dei visitatori dalla Cina continentale, da cui provenivano la maggior parte degli arrivi stranieri prima della pandemia da covid-19. La decisione ha scatenato polemiche, critiche e timori di un’eventuale perdita di sovranità, dopo che l’anno scorso una ong spagnola aveva segnalato la presenza di decine di stazioni di polizia cinesi in oltre 50 Paesi nel mondo. 

“Siamo in trattative con l'ambasciata cinese per un programma di pattugliamento per portare la polizia cinese in Thailandia”, ha detto domenica ai giornalisti la responsabile dell’Autorità per il turismo, Thapanee Kiatphaibool. “Ciò dimostrerà come la Thailandia abbia intensificato le misure di sicurezza, il che darà un grande impulso alla fiducia dei turisti cinesi”, ha aggiunto citando come esempio l’Italia, il Paese europeo che ospita il maggior numero di stazioni di polizia cinesi. Rispondendo alle critiche, inoltre, il portavoce del governo tailandese Chai Wacharonke ha affermato che il progetto prenderà di mira i gruppi criminali cinesi che operano in Thailandia e non minerà in alcun modo la sovranità del Paese.

In realtà lo scorso anno le stazioni di polizia cinesi sono state più volte accusate di perseguire i dissidenti cinesi all’estero mettendo in comunicazione i migranti con le forze dell’ordine presenti nella Cina continentale. Diversi Paesi hanno indagato sulla questione e molti uffici, tra cui quelli in Italia, sono stati chiusi, mettendo anche fine alle operazioni di pattugliamento. 

Nei suoi rapporti, l’ong Safeguard defenders sostiene che le autorità di Pechino abbiano dichiarato di aver “convinto a tornare” in patria per affrontare un procedimento penale circa 230mila cittadini dall'aprile 2021 al luglio 2022. Si tratterebbe, secondo l’organizzazione spagnola, di persone coinvolte in una serie di frodi, soprattutto nel settore delle truffe online, una piaga per molti giovani lavoratori cinesi e del sud-est asiatico che vengono adescati con offerte di lavoro fasulle e poi imprigionati per continuare a mandare avanti il business, truffando altre persone via Internet.

Per questa ragione le autorità cinesi spesso consigliano ai propri cittadini di recarsi in una serie di Paesi (Myanmar, Cambogia, Emirati Arabi Uniti, Filippine, Thailandia, Laos, Malesia, Turchia e Indonesia) per questioni di sicurezza, ma sono avvisi, sottolinea Martin Purbrick in una ricerca pubblicata qualche mese, che vengono emanati da autorità locali e provinciali, non direttamente dal ministero della Pubblica sicurezza di Pechino. Allo stesso modo, sottolinea l’esperto, nel conteggio di Safeguard defenders rientrano diverse categorie di cittadini cinesi, tra cui individui che si trovavano già in patria e non sono tornati dall’estero.

Ancora: le cosiddette stazioni di polizia d’oltremare sembra dipendano da tre province cinesi (Jiangsu, Zhejiang e Fujian) che dal governo centrale.

La Cina, inoltre, non nega la presenza di diversi centri, ma esclude che compiano attività di polizia, gestendo invece servizi, perlopiù legati alla burocrazia, dei cittadini cinesi all’estero. Al contrario, i pattugliamenti con agenti di polizia cinese sono stati fatti per diverso tempo in Italia, in Serbia e altri Paesi europei che prima della pandemia da covid-19 erano importanti mete turistiche per i cittadini cinesi. In base alle dichiarazioni rilasciate dal governo thailandese, sembrerebbe che la collaborazione con la Cina dovrebbe portare a questo tipo di attività di dispiegamento e appare come l’ultimo tentativo della Thailandia di attirare turisti. A settembre l’amministrazione guidata da Srettha Thavisin aveva anche revocato l’obbligo di visto per i viaggiatori della Cina continentale per cinque mesi, un’estensione che è poi stata concessa anche a India e Taiwan. Quest’anno sono atterrati finora 2,8 milioni di visitatori cinesi, ben lontani dagli oltre 11 milioni registrati nel 2019.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Bangkok chiude la storica stazione ferroviaria di Hualampong
27/10/2021 12:54
Corea del Sud e Giappone indagano sulle stazioni di polizia ‘clandestine’ di Pechino
23/12/2022 12:11
Anche la Germania indaga sulle stazioni di polizia illegali di Pechino
29/10/2022 10:35
Jakarta, Kuala Lumpur e Manila insieme contro la pirateria e Abu Sayyaf
05/05/2016 15:25
Per le Olimpiadi Pechino chiude i benzinai: inquinano troppo
16/02/2008


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”