15/09/2025, 13.34
MACAO
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Bassa affluenza alle elezioni per 'soli patrioti' a Macao

Solo il 53% degli aventi diritto si è recato alle urne nell'ex colonia portoghese nonostante le navette che portavano a votare i lavoratori dei casinò per raccogliere il pressante invito del capo del governo locale Sam Hou-fai. In luglio 12 candidati erano stati esclusi e un ex- parlamentare arrestato in nome della "sicurezza nazionale" imposta anche qui da Pechino. Anche tra chi ha votato molte scede bianche e nulle.

Macao (AsiaNews/Agenzie) – A Macao si sono tenute domenica 14 settembre le elezioni per l’Assemblea legislativa della Regione Amministrativa Speciale – il nome con cui la Repubblica popolare cinese chiama l’ex colonia portoghese tornta sotto la sua sovranità nel 1999. Si trattava del primo voto dall’introduzione delle nuove norme che anche qui, come a Hong Kong, hanno limitato il peso del voto popolare e ristretto il campo ai “soli patrioti” fedeli a Pechino. In palio c’erano 14 seggi sui 33 complessivi assegnati direttamente col suffragio popolare e altri 12 eletti da rappresentanze delle categorie di questo territorio. Gli altri 7 membri dell’Assemblea saranno poi designati direttamente dal capo dell’esecutivo Sam Hou-fai entro 15 giorni.

A luglio, le autorità di Macao avevano escluso dalle liste 12 candidati sulla base dell’accusa di non rispettare la mini-costituzione locale o non aver “giurato fedeltà” alla città. Nello stesso mese vi era stato l’arresto dell’ex parlamentare Au Kam-san che con l’accusa di “collusione con forze straniere” è diventato il primo politico di Macao a fare le spese dell’applicazione della legge sulla sicurezza nazionale.

L’amministrazione locale in queste ore sta sbandierando il dato degli oltre 175mila cittadini che hanno preso parte al voto, “il numero più alto di voti espressi in un’elezione legislativa da quando Macao è tornata sotto il controllo cinese nel 1999”. In realtà, però, è un numero che va letto tenendo presente la forte crescita della popolazione di Macao negli ultimi anni: se nel 1999 nell’ex colonia vivevano meno di 430mila persone, oggi sono ormai quasi 700mila. Se si va a verificare il dato percentuale dell’affluenza ci si accorge che si è fermato al 53% degli oltre 328.000 elettori registrati, su sette elezioni tenute dal passaggio di sovranità solo due volte era andata peggio.

Questo nonostante la mobilitazione di Sam Hou-fai che ha reso gratuiti treni e autobus per tutto il giorno per portare il più gente possibile alle urne: testimoni oculari da Macao hanno parlato anche di navette dai casinò, per far arrivare i lavoratori della più fiorente industria locale ai seggi. Ma anche molti di coloro che non hanno potuto sottrarsi hanno espresso in altro modo il loro disagio di fronte alla “democrazia addomesticata da Pechino”: al momento dello spoglio sono state registrate oltre 13mila tra schede bianche e nulle. Circa il 7,5% dei voti espressi, dunque, non è andato a nessun candidato.

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