02/05/2022, 13.31
VATICANO
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Buddisti e cristiani insieme per educare alla speranza

Nel messaggio del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso per la festa del Vesak l’invito ad attingere ai valori trascendenti delle rispettive tradizioni per “rischiarare il cammino dell’umanità e trionfare sul vuoto spirituale che causa tanto male e sofferenze”.

Città del Vaticano (AsiaNews) - In momenti di crisi come quelli che stiamo attraversando è quanto mai importante continuare con “resilienza” ad attingere ai tesori della vita spirituale per seminare speranza. È quanto scrivono agli “amici buddisti” di tutto il mondo il card. Miguel Ángel Ayuso Guixot e mons. Kodithuwakku K. Indunil nel messaggio diffuso dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso in occasione della festa del Vesak, commemorazione della nascita, morte e illuminazione del Buddha.

Il messaggio elenca le “molteplici crisi” che l’umanità sta attraversando: “Per il terzo anno consecutivo, persone in tutto il mondo sono tenute in ostaggio dalla persistente crisi sanitaria causata dal Covid-19. I frequenti disastri naturali legati alla crisi ecologica hanno messo in luce la nostra fragilità di cittadini di una Terra condivisa. I conflitti continuano a spargere sangue innocente e a provocare sofferenze diffuse. Purtroppo, c'è ancora chi usa la religione per giustificare la violenza”. Vengono citate le parole di papa Francesco, secondo cui “l'umanità è orgogliosa dei suoi progressi nella scienza e nel pensiero, in tante cose belle, ma sta regredendo nel portare la pace. E questo dovrebbe farci vergognare tutti”.

Pur emergendo “segnali di solidarietà in risposta alle tragedie”, le soluzioni durature restano lontane. “L'ansiosa ricerca della ricchezza materiale - commentano il presidente e il segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso - e l'abbandono dei valori spirituali ha portato a un declino morale generalizzato nella società. Come buddisti e cristiani, il nostro senso di responsabilità religioso e morale dovrebbe motivarci a sostenere l'umanità nella sua ricerca di riconciliazione e resilienza. I religiosi, sostenuti dai loro nobili principi, devono sforzarsi di essere lampade di speranza che, anche se piccole, possano ancora rischiarare il cammino che porta l'umanità a trionfare sul vuoto spirituale che causa tanto male e tante sofferenze”.

Su questo buddisti e cristiani possono fare molto: “Anche se in modi diversi - scrivono i due presuli - il Buddha e Gesù Cristo orientano i loro seguaci a valori trascendenti. Le nobili verità del Buddha spiegano l'origine e le cause della sofferenza e indicano l'ottuplice sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza”. Il testo cita in proposito un verso del Dhammacakkappavattanasutta commentando che questo insegnamento se praticato “è una cura per l'attaccamento incessante che porta all'avidità e ai giochi di potere”. Lo accosta alle Beatitudini annunciate da Gesù che “ci mostrano come essere resilienti privilegiando i valori spirituali in mezzo a un mondo che va in frantumi”.

Cristiani e buddisti, dunque, possono aiutare l’umanità portando alla luce i tesori nascosti delle proprie tradizioni spirituali, in particolare la dimensione della speranza. “Cari amici - conclude il testo - desideriamo che la vostra celebrazione del Vesak mantenga viva la speranza e generi azioni di accoglienza e rispondenti alle avversità causate dalle crisi attuali”.

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