31/12/2022, 15.36
VATICANO-INDIA
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Card. Gracias: 'Ratzinger è stato un grande sostegno per le Chiese dell'Asia'

di Nirmala Carvalho

Il ricordo del papa emerito dell'arcivescovo di Mumbai, che Benedetto XVI creò cardinale. L'arcivescovo indiano Felix Machado, che in Vaticano ha lavorato per 15 anni al Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ripercorre i giorni delicatissimi del discorso di Regensburg: "Non colpevolizzava alcuna religione. Intervenni per chiarire il senso delle sue parole e lui mi ringraziò. Ha sempre indicato la via di un dialogo autentico".

Mumbai (AsiaNews) - “La morte di Benedetto XVI è una perdita molto grande per la Chiesa universale, ma anche una perdita specifica per le Chiese asiatiche”. Così da Mumbai il card. Owslad Gracias, arcivescovo della metropoli indiana e rappresentante del continente nel Consiglio dei cardinali – commenta ad AsiaNews la scomparsa del papa emerito all’età di 95 anni. “Benedetto XVI è stato un grande sostegno per la Chiesa in Asia e per quella indiana in particolare - continua il card. Gracias -. Prestava una particolare attenzione all'India e mi è stato sempre molto vicino. È stato lui a nominarmi arcivescovo e cardinale. Era un amico personale: anche quando non stavo bene, era costantemente in contatto con me e mi mandava continuamente messaggi assicurandomi le sue preghiere”.

“Come Paolo VI, Benedetto XVI ha portato a compimento il Concilio Vaticano II – aggiunge l’arcivescovo di Mumbai -. Da cardinale e poi come pontefice ha completato ciò che Papa Giovanni Paolo II aveva seminato e pensato sulla Chiesa sulla dedizione, sull'evangelizzazione, sull'ecumenismo. La storia giudicherà molto favorevolmente il suo contributo al progresso della teologia. I suoi libri sulla vita di Cristo sono molto illuminanti. Sono stupito dalla varietà di argomenti che ha trattato e dalla profondità della comprensione delle Scritture. Anche i suoi libri sulla liturgia sono preziosi”. “La sento quasi come una perdita personale – commenta ancora Gracias -. Negli ultimi tempi non avevo potuto vederlo a causa della sua salute, ma ho sempre continuato a mandargli messaggi. E mi sono commosso quando nella scorsa Pasqua mi ha risposto dicendo che mi avrebbe mandato i suoi libri. Era un uomo molto gentile”.

Dall’India anche l’arcivescovo Felix Machado, segretario della Conferenza episcopale india (Cbci) e già sottosegretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, condivide con AsiaNews il suo ricordo di Benedetto XVI. “Quando fui chiamato a Roma non ero molto entusiasta, accettai per obbedienza – ricorda mons. Machado -. Ma dall’interno della Curia romana ho scoperto che c’erano anche pastori santi come l’allora card. Ratzinger. Lo incrociavo spesso in piazza San Pietro mentre mi recavo verso il mio ufficio: cominciò a chiedere informazioni su di me. In seguito, la mia responsabilità mi portò a un contatto più stretto con l’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede”.

“Avevo sentito parlare di lui dal card. Yves Marie Congar, che è stato mio professore a Parigi, e da Raimon Panikkar, che è stato il mio moderatore per il dottorato. Quando ho iniziato a leggere i suoi libri mi sono innamorato della sua teologia. I media lo facevano passare come un ‘cane da guardia’ dell’ortodossia, come se controllasse il pensiero dei teologi di tutto il mondo. Ho cominciato a crederlo anch'io, finché non l’ho conosciuto personalmente”.

Del pontificato di papa Benedetto mons. Machado ha un ricordo personale del momento delicatissimo seguito al discorso di Regensburg, con le polemiche sulla citazione sul rapporto tra religione e violenza che suscitò una reazione violenta in una parte del mondo islamico. “Il suo messaggio non aveva nulla a che fare con la colpevolizzazione di alcuna religione - ricorda mons. Machado -. Tutte le religioni sono state colpevoli, in un momento o nell'altro, di soccombere alla violenza e per di più in nome di Dio”. In quelle giornate tese fu proprio il presule indiano ad apparire in televisione per precisare il senso delle parole del papa. “Al suo ritorno dalla Germania - racconta - mi ringraziò per aver chiarito il punto. Il mio messaggio era semplice: papa Benedetto XVI non è mai stato contrario al dialogo con le religioni. Come teologo si addentrava nelle sfumature e insegnava a entrare in un dialogo autentico come insegna la Chiesa, soprattutto nel Concilio Vaticano II. Ha corretto solo ciò che considerava un abuso del dialogo”.

“L’ho incontrato l'ultima volta prima della pandemia, nel monastero dove viveva - conclude mons. Machado -. Era fragile. Abbiamo passeggiato insieme nel giardino di fronte al monastero. Si informò sul mio ministero, mi chiese se continuavo a promuovere il dialogo con le altre religioni. Mi sono sempre sentito umile di fronte a un uomo di così profondo amore per Dio, di così acuta intelligenza e di così umile e semplice vita”.

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