11/08/2015, 00.00
INDIA
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Caritas India: La “Laudato sì”, opportunità di crescita e sviluppo per il nostro Paese

Intervista a p. Frederick D’Souza, direttore esecutivo dell’organizzazione cattolica. Tra i progetti che già rispondono alle direttive dell’enciclica, il lavoro con 43mila piccoli agricoltori e le campagne sanitarie. Nel futuro: piantare un milioni di alberi per tagliare le emissioni di carbonio e promuovere l’energia solare.

New Delhi (AsiaNews) – “Anche se l’economia dell’India è raddoppiata rispetto al 2008, la crescente disparità tra poveri e ricchi è spaventosa. L’India è ancora la patria di un terzo della popolazione povera del mondo. L’enciclica ha affrontato questa preoccupazione molto bene, e noi crediamo possa essere uno strumento per risolvere almeno la metà dei problemi con cui conviviamo”. Lo dice ad AsiaNews p. Frederick D’Souza, direttore esecutivo di Caritas India, facendo un bilancio della Laudato sì di papa Francesco, a poco più di due mesi dalla sua pubblicazione.

Secondo il sacerdote, “l’enciclica è un documento molto pragmatico, che enumera molte questioni fondamentali sulla giustizia per i poveri e l’ambiente. Il fatto che sia stata scritta dal papa dà un vantaggio rispetto a molte altre ricerche presentate in passato da scienziati e accademici. La nostra speranza è che i suggerimenti presentati nella Laudato sì trovino spazio nei cuori delle persone, grazie all’influenza personale che Francesco ha sulla gente, a prescindere dalla fede”.

Per Caritas India, l’enciclica “rappresenta un’opportunità per spingere le persone ad agire e sostenere le nostre cause. Sostenerci in molti modi: i giovani come volontari; i leader della Chiesa dando supporto morale; i governi favorendo e aumentando la collaborazione nella costruzione della nazione; i media raccontando quello che facciamo”.

L’opera dell’organizzazione cattolica si concentra soprattutto su due grandi campi: le iniziative per lo sviluppo e la gestione dei disastri. P. D’Souza nota che “molti temi e suggerimenti dati da papa Francesco (come l’invito a un’ecologia integrale; l’educare all’alleanza tra umanità e ambiente; la giustizia umana;…) sono già parte integrante della missione di Caritas India. Ed è per questo che riteniamo il documento un’opportunità per far vedere alle persone che il nostro lavoro è in accordo e in pace con la natura, e che sul lungo periodo paga più di altri sistemi”.

Un esempio significativo è il lavoro fatto con i contadini, categoria che registra un alto tasso di suicidi in molte parti del Paese. “Al momento – spiega – la nostra squadra per la gestione delle risorse naturali è impegnata con oltre 43mila piccoli agricoltori in tutta l’India: in queste zone il tasso di suicidi è zero”. Sta ottenendo grandi successi anche il team che si occupa di sanità, responsabile in questi anni di molte campagne di sensibilizzazione e progetti di sostegno: cancro in Kerala, Hiv/Aids in Gujarat, controllo della malaria nel nordest dell’India – ora in espansione anche in Orissa – e un corso di formazione per operatori sanitari in Bihar.

Oltre a portare avanti le attività già di successo, Caritas India sta pianificando nuovi progetti per rispondere alle sfide lanciate da papa Francesco. “Con l’aiuto dei volontari– prosegue p. D’Souza – stiamo organizzando vari eventi per diffondere il più possibile l’enciclica. Stiamo anche discutendo la possibilità di preparare due show televisivi. Nel frattempo, la nostra squadra-programmi sta per avviare una ricerca per analizzare il lavoro fatto con il team per la gestione delle risorse naturali negli ultimi 10 anni”.

L’organizzazione spera di “promuovere una campagna per l’accrescimento delle foreste, piantando un milione di alberi in tutta l’India: tanti ne servono per, in potenza, tagliare le emissioni di carbonio per 6,2 milioni di kg”. Inoltre, aggiunge, “stiamo pensando di creare una squadra di volontari per promuovere l’energia solare, sperando di attrarre finanziamenti dalle aziende e dal governo”.

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