21/12/2018, 08.57
CINA-VATICANO
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Caro Vaticano, cosa dobbiamo fare con l'Associazione patriottica?

di P. Savio

Savio, sacerdote della Chiesa sotterranea, esprime le sue difficoltà di coscienza ad accettare vescovi che sono implicati con l’Associazione patriottica, fautrice di una “Chiesa indipendente”, incompatibile con la dottrina cattolica. Per il sacerdote vi è un’ambiguità non risolta nel modo di procedere del Vaticano. E chiede aiuto e chiarezza.


 

Roma (AsiaNews) – Riceviamo e pubblichiamo questa “lettera aperta” di un sacerdote della Chiesa sotterranea in Cina, che indichiamo con lo pseudonimo di Savio. Essa è un esempio delle difficoltà e problemi di coscienza che molti sacerdoti non ufficiali stanno vivendo. Ieri abbiamo pubblicato la riflessione di un sacerdote sotterraneo di Mindong - che p. Savio cita – e che, insieme al suo vescovo Guo Xijin, ha risolto la questione, con l’obbedienza al nuovo vescovo Zhan Silu. Ma il problema resta: al di là del riconoscimento del governo, è possibile appartenere con leggerezza all’Associazione patriottica e sostenere una Chiesa “indipendente”? P. Savio chiede chiarezza da parte del Vaticano.

 

Dopo la recente firma dell’accordo [sino-vaticano] rimane da risolvere  il problema difficile del dove collocare i sette vescovi che sono stati recentemente legittimati: devono diventare i vescovi ordinari della loro diocesi, per cui i vescovi originali devono dare le dimissioni e ritirarsi o cedere loro il posto.
In passato si è sempre considerato che la legittimazione dei vescovi illeciti non era un problema, dal momento che con l’ordinazione episcopale diventavano vescovi anche se illegittimi: l’ordine era valido anche se non potevano esercitare il ministero episcopale. Il problema è del dove si pongono ora dopo la legittimazione, dal momento che la diocesi ha già un vescovo ordinario… Da documenti ufficiali, sembra che la Santa Sede abbia risolto questo problema sulla carta. Ma seguono nuovi problemi e problemi più gravi, che forse non si vogliono affrontare o si evitano di discutere, mettendo noi di fronte a una scelta grave e dolorosa: accettare o no l’Associazione Patriottica? La coscienza e l’obbedienza si trovano realmente in contrasto. Da un lato, la Lettera di Papa Benedetto XVI alla Chiesa cinese è ancora valida, ed afferma chiaramente che i principi dell’Associazione patriottica non sono conciliabili con la dottrina della Chiesa cattolica (si veda il no. 7 della Lettera di Benedetto XVI). Dall’altra parte, vescovi appartenenti all'Associazione patriottica nazionale possono sostituire in materia di fede e di verità vescovi che sono stati perseguitati per non aver aderito all’Associazione patriottica: questo pone in un dilemma contradditorio il clero e i fedeli che fin dall’inizio sono stati fedeli alla dottrina della Chiesa.

Vaticano, per favore, dicci cosa fare? Per obbedienza, dobbiamo chiudere volontariamente gli occhi, non considerare la Lettera di Papa Benedetto XVI e non badare alla coscienza accettando come nostro vescovo il presidente dell'Associazione Patriottica? O seguire il principio della supremazia della coscienza ed aderire alla base della nostra fede, non accettando l’Associazione patriottica e i suoi Vescovi?
Si deve parlare di obbedienza, perché i documenti ufficiali del Vaticano, dicono chiaramente che un vescovo patriottico sostituisce l’ordinario di prima.  Mons. Guo Xijin della diocesi di Mindong e tutti i sacerdoti in fatto di obbedienza sono senza colpa, obbedienza incondizionata, nell’accettare un Vescovo nominato dall’Associazione patriottica: la “fedeltà della Diocesi di Mindong” è come bere un sorso di thè.

Il termine “fedeltà” significa lealtà ad un'autorità superiore, essere fedele alla tradizione della Chiesa, fedele al rappresentante di Cristo sulla terra. Quando abbiamo scelto di seguire la linea della “clandestinità”, è stato perché la Santa Sede non riconosceva i vescovi ufficiali, per cui avevamo rifiutato la comunione nell’amministrazione dei loro sacramenti. Ora accettiamo i Vescovi ufficiali come nostri Vescovi, per lo stesso comando della Santa Sede, per cui il rifiuto di allora e l’accettazione di oggi sono della stessa natura. Ma non si ricorda che la proibizione della Santa Sede di allora era a motivo dell’Associazione patriottica e andare in clandestinità era per la non conciliabilità della stessa Associazione con la dottrina della Chiesa: questo indica forse che il problema dell’Associazione patriottica è stato risolto? Se non è risolto, non è una contraddizione? Si deve ancora considerare la Lettera del Papa Benedetto come istruzione della Santa Sede? La nostra obbedienza dovrebbe essere fatta ad occhi chiusi?
La coscienza ci dice che la Lettera di Papa Benedetto è ancora valida e Papa Francesco ha sottolineato la sua validità. Per questo nasce il dilemma: dal momento che l’Associazione patriottica e la dottrina della Chiesa non sono conciliabili, come possiamo accettare il presidente dell’Associazione come nostro vescovo? In linea con la Lettera del Papa precedente, io non posso accettare un vescovo patriottico come mio vescovo, a meno che esca dall’Associazione. Se mi si chiede di accettare un vescovo patriottico come mio vescovo non posso che trascurare e dimenticare la Lettera del Papa che è ancora valida, a meno che si dica chiaramente che non è più valida.  In questo dilemma, mi si lasci la libertà di scelta: non posso aprire un occhio e chiudere l’altro, non voglio disubbidire, ma neppure tradire la coscienza: posso tornare a casa mia a coltivare i campi.

Sono un prete comune, non ho la mente di questi pezzi grossi che pensano così tanto; ho una fede semplice che si basa sul sì sì, no no; non ho ambizione di potere, né sono arrivista: nel  contrasto o contraddizione tra fede ed obbedienza, tra coscienza ed obbedienza, per favore, il Vaticano ci dica: cosa dobbiamo fare?

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