19/01/2022, 08.47
RUSSIA
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Covid-19: i russi hanno speso miliardi di rubli in medicine inutili

di Vladimir Rozanskij

Le autorità hanno comminato multe per pubblicità ingannevole. Dott. Boris Brill: sono le “medicine dell’oscurantismo”. Nonostante Omicron, la Duma non approva obbligo green-pass per lavoratori e locali pubblici: Putin non vuole perdere i suoi elettori no-vax.

Mosca (AsiaNews) – Nel 2021 i cittadini della Federazione Russa hanno speso oltre 64 miliardi di rubli (circa 800 milioni di euro) per medicine contro il coronavirus. Si tratta per lo più di preparati la cui efficacia è del tutto priva di conferme scientifiche, come comunica l’agenzia Rbk sulla base dei dati del sistema di controllo dei prodotti commerciali “Il marchio onesto” (Čestnyj Znak).

I russi hanno investito un quarto di tale somma (16,8 miliardi di rubli) nell’acquisto dell’umifenovir, di cui il più noto marchio commerciale è l’Arbidol. Il secondo per popolarità è stato l’immuno-isolante interferon-alfa-2b, per l’acquisto del quale i russi hanno speso 7,2 miliardi di rubli. L’efficacia di entrambi i medicinali non è confermata dalla comunità scientifica; di rado altri Paesi usano i due ritrovati per contrastare l’infezione da Covid-19.

Vi è poi il favipiravirdi, di produzione giapponese (2,9 miliardi spesi), apparso nel 2002 contro l’influenza, ma senza alcuna efficacia confermata contro il virus, anzi piuttosto pericoloso per lo sviluppo embrionale e tossico nelle gravidanze. Un miliardo è stato speso per il deksametazon, e 800 milioni per il metilprednizolon. In tutto sono stati venduti in Russia 144 milioni di confezioni medicinali raccomandati per curare il Covid.

A gennaio del 2020 la compagnia Otisifarm, produttrice dell’Arbidol, aveva diffuso una pubblicità in cui si affermava che il preparato è molto efficace contro il coronavirus. Lo spot ha fatto aumentare esponenzialmente la vendita del medicinale in tutta la Russia. Questo nonostante il fatto che l’Agenzia nazionale anti-monopolio abbia dichiarato che la pubblicità dell’Arbidol fosse ingannevole, in quanto sulle istruzioni del medicinale non si fa cenno alla sua efficacia contro il coronavirus, e avesse comminato una multa di 200 mila rubli.

Altri medicinali, diffusi a livello internazionale, sono spesso raccomandati in Russia contro il coronavirus. Tra di essi vi è il lopinavir, noto anche come Ritonavir. È un farmaco antiretrovirale appartenente alla classe degli inibitori della proteasi, utilizzato contro l’infezione del virus della HIV, ma assolutamente inutile nei confronti del Covid-19, come pubblicato dal centro britannico di ricerche cliniche Recovery.

Il medico israeliano e dottore in medicina dimostrativa Boris Brill, che lavora molto anche con la Russia, ha dichiarato a Ngs24.ru che molti di questi preparati raccomandati sono le “medicine dell’oscurantismo”, che in Russia si possono acquistare senza ricetta e perfino senza indicazione del nome del medico che le ha raccomandate, ma soltanto su suggerimento degli amici.

“In Russia oggi si trova di tutto nelle farmacie e dai medici di famiglia, dagli antibiotici senza leucociti ai rimedi anti-virus più fantasiosi”, dice Brill. Egli spiega che si praticano anche trasfusioni di plasma; il metodo non si usa in nessuna parte del mondo, mentre vengono ricoverati pazienti che negli altri Paesi sono curati in casa. “In realtà – spiega il medico – non esistono medicine speciali contro il coronavirus, anche se si fanno ricerche in tutto il mondo”.

Intanto, a fronte della diffusione in Russia della variante Omicron e di una nuova ondata di infezioni virali, la Duma di Stato (Camera bassa del Parlamento) ha bloccato la discussione sull’approvazione dell’obbligo del “Qr-Code” (Green Pass) per i lavoratori e i locali pubblici. Lo stop è stato imposto direttamente dal Cremlino, che non vuole perdere il consenso della massa della popolazione no-vax e no-pass, che costituisce il grosso dei sostenitori del presidente Vladimir Putin.

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