20/04/2018, 09.04
BANGLADESH
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Cox’s Bazar: 200mila Rohingya a rischio valanghe di fango durante i monsoni

Sui pendii del distretto vivono 25mila sfollati; altri 175mila sono in pericolo nelle località di Ukhiya e Teknaf. Un terzo degli accampamenti potrebbe essere sommerso dalle piogge, che si verificano da giugno a ottobre. Si rischia la proliferazione di epidemie come il colera, se le falde acquifere venissero contaminate.

Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – Circa 200mila profughi Rohingya accampati nel distretto di Cox’s Bazar, nella parte meridionale del Bangladesh, rischiano la vita per le valanghe di fango in arrivo con la stagione dei monsoni. È l’allarme lanciato oggi dall’agenzia governativa Refugee, Relief and Repatriation Commission (Rrrc). Gli esperti avvertono che i rifugiati corrono gravi pericoli derivanti dalle abbondanti precipitazioni che nel Paese si verificano da giugno a ottobre e invitano le autorità a ricollocarli il prima possibile.

Secondo uno studio condotto dall’agenzia, sarebbero almeno 25mila le persone che si sono sistemate in campi di fortuna sui pendii delle colline che circondano la lingua di terra al confine con il Myanmar; altri 175mila sono a rischio negli accampamenti situati nelle località di Ukhiya e Teknaf. Gli analisti rilevano che frane, inondazioni e forti piogge “potrebbero avere un ampio spettro di risvolti negativi, comprese vittime e l’interruzione della distribuzione dei generi di sostegno, da cui dipende la maggior parte dei rifugiati”.

Di recente alcuni esperti di organizzazioni locali e internazionali, come la Dhaka University, l’Asian Disaster Preparedness Centre, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom), hanno visitato le zone che ospitano i profughi musulmani scappati dal territorio birmano. Le agenzie stimano che circa un terzo degli accampamenti potrebbe essere duramente colpito dalla stagione delle piogge. In particolare, nel caso in cui bagni, fogne e canali di scarico venissero sommersi, potrebbero verificarsi gravi casi di contaminazione di acque e falde acquifere. Questo porterebbe alla proliferazione di epidemie come il colera, che metterebbero ancora più a repentaglio la vita delle persone.

Secondo il nucleo per i Rohingya del Disaster Management and Relief Ministry, quasi 700mila sfollati sono scappati dal Myanmar dal 25 agosto 2017, quando sono riprese le violenze tra i militanti musulmani dell’Arakan Rohingya Salvation Army (Arsa) e i militari dell’esercito.

Intanto le autorità fanno sapere di aver assegnato bandiere rosse a tutta l’area a rischio e che gli agenti della Fire Brigade and Civil Defence, insieme ai funzionari del Disaster Management and Relief Ministry, stanno diffondendo nei campi le notizie sul pericolo dei monsoni. I rappresentanti del governo di Dhaka hanno comunicato che gli accampamenti esistenti possono ospitare fino a 45mila Rohingya nelle aree sicure; per questo hanno iniziato le operazioni di trasferimento dei restanti profughi nella zona di Bhashan Char, dove la Marina del Bangladesh ha già iniziato a costruire case e rifugi a prova di uragani.

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