12/04/2007, 00.00
LIBANO
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Cresce la pressione mondiale per dar vita al tribunale internazionale

Dopo che il premier libanese ha scritto al segretario dell’Onu per chiedere la formazione dell’organismo che dovrebbe giudicare i responsabili dell’assassinio di Hariri, il presidente della Commissione esteri del Senato russo accusa l’opposizione libanese di impedirne la creazione. Anche il presidente Chirac preme per la sua istituzione.

Beirut (AsiaNews) – Aumenta la pressione internazionale a favore della creazione di un tribunale internazionale per giudicare i responsabili dell’uccisione dell’ex premier libanese Rafic Hariri e degli altri crimini politici commessi nel Paese dei cedri dal 2004, per i quali molti, in Libano, puntano il dito verso la Siria. Ieri il presidente della Commissione esteri del Senato russo, Mikhail Margelov, ha accusato l’opposizione libanese di avere un atteggiamento “miope” e di ricorrere alla forza contro l’istituzione del tribunale. La minoranza, ha dichiarato all’agenzia Interfax, “ricorrendo ad un approccio di forza e miope, mira a bloccare il lavoro del Parlamento ed impedire al tribunale di cominciare il suo lavoro”.

Sempre ieri, il presidente francese Jacques Chirac al termine di un incontro a Parigi con re giordano Abdallah II ha riaffermato l’impegno del suo Paese per “un Libano pienamente sovrano e democratico” e, ha dichiarato il suo portavoce, Jérôme Bonnafont, “ha sottolineato l’importanza del tribunale internazionale perché sia fatta giustizia e fermare coloro che sono tentati di fare ricorso all’assassinio come arma politica”.

La questione della formazione del tribunale, punto centrale della crisi politica che da dicembre blocca la vita politica di Beirut, è al momento all’esame del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, dopo che il capo del governo libanese Fouad Siniora, in una lettera inviatagli martedì ha chiesto di portare la questione al Consiglio di sicurezza, definendola “essenziale per la salvaguardia delle libertà e deterrente verso ulteriori omicidi politici”, secondo quanto sostiene il Daily Star, che dice di avere una copia del messaggio.

“Abbiamo ricevuto la lettera e la stiamo studiando”, ha confermato a New York la vice-portavoce delle Nazioni Unite, Marie Okabe.

Dal canto suo, l’ufficio stampa di Siniora ha sostenuto che alla lettera è unita copia di una petizione firmata da 70 deputati che sollecitano l’istituzione del tribunale. Un accordo per l’istituzione del tribunale è stato firmato dal governo libanese e dalle Nazioni Unite, ma il presidente della Repubblica, Emile Lahoud, filosiriano, si è rifiutato di ratificarlo, mentre il presidente del Parlamento, Nabih Berri, che è uno dei leader dell’opposizione, nega la convocazione della Camera che dovrebbe approvarlo, finché non ci sarà un “legittimo” governo di unità nazionale.

 

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