26/05/2021, 12.42
VATICANO
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Cristiani e buddisti promuovano la cultura della cura e della solidarietà

Messaggio del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso in occasione del Vesakh. “La drammatica situazione della pandemia da COVID-19 rafforzi i nostri legami di amicizia e ci unisca ancor più nel servizio alla famiglia umana”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il dramma della pandemia ha reso tutti più consapevoli della interdipendenza esistente all’interno della famiglia umana nella quale buddisti e cristiani sono chiamati a promuovere la cultura della cura e della solidarietà. Intorno a tale idea si sviluppa il messaggio che il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ha fatto pervenire ai buddisti in occasione del Vesakh, che è la festività più importante per i buddisti: in essa si commemorano la nascita, illuminazione – il Vesakh è “festa delle luci” - e morte di Buddha, avvenuti tutti nel mese. La festa del Vesakh/Hanamatsuri 2021, nei vari Paesi di cultura buddista è celebrata in date diverse, secondo le differenti tradizioni. Quest’anno la festa sarà celebrata nella maggior parte dei Paesi di tradizione buddista il 26 maggio.

Si intitola “Buddisti e cristiani: Promuoviamo la cultura della cura e della solidarietà” il messaggio a firma del card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ e di mons. Kodithuwakku K. Indunil J., presidente e segretario del Pontificio consiglio, reso noto oggi.

“La tragica situazione mondiale, segnata dalla pandemia da COVID-19 – si legge nel documento - sollecita i seguaci di tutte le religioni a collaborare in modi nuovi al servizio della comune umanità. Nell’enciclica Fratelli tutti, firmata ad Assisi il 3 ottobre 2020, papa Francesco ha ribadito l’urgenza di una solidarietà universale che consenta all’umanità di superare insieme le difficili crisi da cui è minacciata, perché ‘nessuno si può salvare da solo’ (Papa Francesco, Fratelli tutti, 32)”.

Il messaggio afferma poi che ci sono molti valori che condividiamo e auspica collaborazione, “specialmente in tempi difficili come questi. La sofferenza generata dalla pandemia da COVID-19 ci ha resi consapevoli della vulnerabilità e dell’interdipendenza che condividiamo. Siamo chiamati a scoprire e praticare la solidarietà racchiusa nelle nostre rispettive tradizioni religiose”.

“L’insegnamento buddista sui Brahmavihara (le quattro dimore o virtù celesti) ci offre un messaggio sempre valido di solidarietà e cura attiva. Parlando di mettā (gentilezza d’amore), esorta i seguaci a coltivare l’amore sconfinato verso tutti. «Come una madre protegge il figlio anche a costo della vita, così si coltivi una gentilezza d’amore incommensurabile verso tutti gli esseri viventi» (Mettā Sutta). Seguendo l’insegnamento del Buddha, i medici sono ugualmente incoraggiati ad «affrettarsi nel compiere le opere buone, astenendosi dal male, perché chi è lento nel fare il bene tende a compiacersi nel fare il male» (Dhammapada, 116)”.

“La drammatica situazione della pandemia da COVID-19 – conclude il messaggio - rafforzi i nostri legami di amicizia e ci unisca ancor più nel servizio alla famiglia umana, adottando «la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio» (Papa Francesco, Fratelli tutti, 285)”.

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