10/09/2014, 00.00
SIRIA
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Cristiani siriani prime vittime della guerra interna alle milizie islamiste anti-Assad

A Ram Hamdan un kamikaze ha ucciso il leader di Ahrar al-Sham e altre 40 persone, fra cui alti ufficiali del movimento estremista. I sospetti convergono sullo Stato islamico, già in passato autore di attacchi contro il gruppo rivale. Le truppe di al-Nusra assediano la roccaforte greco-ortodossa di Mhardeh; obiettivo dell’assalto, una base militare governativa nell’area.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - In Siria si inasprisce lo scontro fra le varie fazioni in lotta contro il presidente Bashar al Assad, una galassia composta da movimenti estremista e gruppi ribelli all'interno dei quali acquista sempre più spazio la frangia terrorista dello Stato islamico (Is). In un clima di crescente violenza e terrore, a farne le spese sono le minoranze e in particolare i cristiani, la cui presenza - millenaria - è sempre più a rischio in questa terra. Desta profonda preoccupazione la situazione della comunità greco-ortodossa di Mhardeh, una delle ultime roccaforti cristiane, oggetto di un assedio da parte delle truppe di Jabhat al-Nusra. 

La lotta fra le fazioni anti-Assad, in atto da tempo in Siria, registra una nuova, illustre vittima nelle ultime ore: in un attacco suicida avvenuto ieri a Ram Hamdan, nella regione Idlib, nel nord-ovest del Paese, è morto Hassan Abboud, capo del movimento islamista Ahrar al-Sham. Morti anche diversi alti ufficiali del gruppo combattente, mentre il numero totale dei morti è di circa 40, anche se non vi sono conferme ufficiali e le fonti sono discordanti. 

Ahrar al-Sham è parte di una coalizione formata da sette gruppi ribelli siriani, soprannominata Fronte islamico. Esso è in aperta opposizione alle milizie fanatiche dello Stato islamico - che ha conquistato vaste porzioni di territorio in Iraq e Siria, e mira alla formazione di un Califfato che supera i confini nazionali - che il leader Abboud definiva "la peggiore immagine di sempre dell'islam". 

Nei mesi scorsi i miliziani dello Stato islamico hanno compiuto attacchi diretti contro i membri di Ahrar al-Sham. Fra i tanti, l'attacco kamikaze di febbraio ad Aleppo in cui è morto Abu Khaled al-Suri; e anche nell'attentato di ieri, i principali sospetti convergono sull'Isis. A differenza dello Stato islamico, Ahrar al-Sham non intende giurare fedeltà a organismi o entità esterne alla Siria e l'unico obiettivo - all'interno di una visione comunque estrema dell'islam - è quello di rovesciare il regime di Damasco. 

Se, da un lato, il fronte di opposizione al presidente Assad rimane diviso, gli islamisti - senza alcuna esclusione - continuano la loro caccia alle minoranze religiose, e in particolare i cristiani. In queste ore è in atto l'assedio alla storica città di Mhardeh, una delle ultime roccaforte cristiane in Siria. I combattenti di Jabhat al-Nusra, membri della rete del terrore di al Qaeda e fedelissimi al leader Ayman al-Zawahiri, hanno circondato l'area e lanciato a più riprese colpi di mortaio. Testimoni locali parlano di "bombardamenti giorno e notte", la popolazione è "senza elettricità", vi è "una sola strada" per lasciare la città ma è inutilizzabile perché "pericolosa". 

Per secoli Mhardeh è stata un'isola felice per la comunità cristiana greco-ortodossa (nella foto), con una popolazione di circa 23mila persone. Conosciuta a lungo col soprannome di "città del sole", oggi è diventata uno dei centri nevralgici della guerra civile siriana, anche se già negli anni scorsi è stata teatro di attentati suicida operati da membri di al-Nusra. In queste ultime settimane i miliziani hanno approfittato della scarsa attenzione di media e comunità internazionale - con gli occhi puntati sull'avanzata dell'Is in Iraq - per rilanciare l'offensiva alla cittadina cristiana e, più in generale, in tutta la regione di Hama. 

Tuttavia, secondo fonti dell'opposizione siriana l'interesse per Mhardeh non riguarda il fatto che sia una roccaforte cristiana, quanto piuttosto perché il gruppo di al-Nusra vuole impossessarsi di un grande complesso militare di Damasco nell'area. Del resto le milizie di Jabhat al-Nusra hanno sempre mostrato un volto meno "estremo" rispetto allo Stato islamico, che si è macchiato di atroci sgozzamenti e decapitazioni anche ai danni di civili inermi. Quando le milizie di al-Nusra hanno catturato e, in un secondo momento, rilasciato le tre suore della cittadina cristiana di Maaloula, le religiose hanno a più riprese affermato di essere state "trattate bene". Resta però il fatto che le cittadine cristiane cadute nelle mani dei miliziani, come Kasab nel nord, hanno visto la sistematica profanazione di chiese e la distruzione di monumenti religiosi. 

 

 

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